La Toscana con il suo progetto Adere può entrare nel gruppo delle Regioni che, da qui al 2020, sperimenteranno la farmacia dei servizi. Anzi possono entrare tutte quante, perché una sperimentazione limitata a nove regioni soltanto, come prescriverebbe la Legge di Bilancio, non aiuta il Ssn a viaggiare dappertutto alla stessa velocità. E’ quanto caldeggia il parere espresso ieri dalla Commissione salute (ossia il “conclave” degli assessori regionali alla Sanità) sull’ultima bozza di decreto che designa le nove regioni autorizzate alla sperimentazione: il provvedimento, suggeriscono gli assessori, dovrebbe essere approvato dalla seduta della Conferenza delle regioni che si riunirà oggi soltanto se verranno ammesse anche le 12 amministrazioni escluse dalla bozza. In soldoni, o tutte o nessuna.
Ovviamente si apre un problema di finanziamento (la Manovra stanziava per l’operazione 36 milioni di euro in tre anni) ma il parere degli assessori suggerisce già le contromisure: «Al fine di garantire pari opportunità a tutte» recita il comunicato con cui ieri la Regione Calabria ha dato per prima notizia del parere «si attiveranno apposite risorse dagli obiettivi di Piano previste nel Fondo sanitario nazionale».
Si vedrà se la soluzione prospettata dalla Commissione salute raccoglierà oggi il consenso dei presidenti regionali e del governo. Di certo, per la farmacia è il proverbiale bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: la Toscana e il progetto Adere dell’Asl Sud-Est (cui partecipano Federfarma e Fofi) entrerebbero a pieno titolo nella sperimentazione della farmacia dei servizi e fornirebbero nel tempo dati molto importanti sul ruolo delle farmacie nella pharmaceutical care. E questo sarebbe bene.
La linea suggerita dagli assessori, però, imporrebbe non solo la riscrittura radicale del decreto ma anche una modifica legislativa alla Manovra. E questo sarebbe male. Difficile infatti se ne possa occupare il governo Gentiloni (che resta in carica soltanto per gestire le eventuali urgenze, dove può intervenire soltanto con decreti legge), chissà quando potrà farlo il nuovo governo, ancora tutto da costruire. Si prospettano tempi lunghi, quando invece nei piani di Federfarma la sperimentazione dovrebbe partire il prima possibile, allo scopo di fornire rapidamente dati empirici che possano poi sorreggere le rivendicazioni del sindacato in materia di servizi remunerati al tavolo per la nuova Convenzione. Una bella matassa da sbrogliare.