Gli è crollato quasi di fronte, mentre era in coda al banco per prendere le sue solite medicine. Infarto grave, che avrebbe avuto esiti nefasti se il farmacista non fosse subito intervenuto per rianimarlo mentre la collega chiamava il 118. Storia a lieto fine quella accaduta giovedì scorso nella farmacia di Secugnago, comune di quasi 2mila abitanti in provincia di Lodi: protagonisti, come racconta il quotidiano locale Il Cittadino, un ultrasessantenne del paese e Lino Tronconi, farmacista titolare da alcuni anni dopo aver lavorato come direttore in un esercizio comunale. L’anziano è in attesa del suo turno per ritirare la solita fornitura di scatolette e all’improvviso si accascia a terra. «E’ stato un’istante» racconta Tronconi a FPress «quasi come se gli avessero sparato».
Il farmacista intuisce immediatamente e si precipita in aiuto dell’uomo, mentre la collega al banco afferra il telefono per chiamare il 112. Tronconi ha frequentato il corso obbligatorio e gli aggiornamenti triennali per l’addestramento al primo soccorso (compresi quelli organizzati dalla Fondazione Muralti, l’ente di Federfarma Milano per la formazione) e sa perfettamente cosa fare: si chiama manovra salvavita e serve a rianimare l’infartuato per ridurre il rischio di danni al cervello. In sostanza un massaggio cardiopolmonare, da praticare per una mezz’ora o fino all’arrivo del 112. «L’ambulanza è arrivata in pochi minuti» racconta ancora Tronconi «ma è sembrata un’eternità. E’ stata una fatica, avevo il cuore in gola».
Ora l’ultrasessantenne è ricoverato in ospedale, le condizioni sono stazionarie ma non è in pericolo di vita. Però il farmacista rifiuta di essere additato come colui che lo ha salvato: «Il merito è degli operatori del 112, che sono intervenuti con rapidità e prontezza. Io ho fatto soltanto quello che c’era da fare». La stessa cosa che fanno ogni giorni migliaia di farmacisti in tutta Italia.