Ammontano a più di 650mila, il triplo della stagione precedente, gli assistiti del servizio sanitario vaccinati dalle farmacie del territorio inglesi nelle prime quattro settimane della campagna antinfluenzale. La rilevazione arriva dal Pharmaceutical services negotiating committee (Psnc, il comitato che rappresenta le farmacie nei negoziati con il Nhs), che accompagna il dato con qualche preoccupazione: l’avvio accelerato, dice il Psnc, ha lasciato molte farmacie «temporaneamente sprovviste» di vaccino, mentre titolari e commissioni farmaceutiche locali hanno segnalato un enorme aumento della domanda, in alcuni casi dieci volte superiore al consueto.
La corsa degli inglesi a vaccinarsi, in particolare, ha già costretto Boots a sospendere le prenotazioni per le persone di età inferiore ai 65 anni, sia in regime di rimborso sia in regime privato, nonostante la catena abbia fatto ordini superiori al normale del 20%. I produttori, riferisce la rivista The Pharmaceutical Journal, assicurano dal canto loro che le forniture procedono a un ritmo mai visto prima e gli invii sono regolari.
Per Simon Dukes, amministratore delegato del Psnc, «la massiccia domanda è dovuta alle nuove preoccupazioni dei pazienti per la pandemia di covid». Sanofi in una nota spiega di avere già distribuito più di un milione di dosi e «continuerà ad assicurare consegne regolari e consistenti per far fronte al significativo aumento della domanda». Un altro produttore, Seqirus, ha affermato che le sue forniture «sono più massicce che mai» e i recapiti sono regolari. «I medici generici e i farmacisti hanno cominciato a effettuare i primi ordini già 12 mesi fa» ha detto ancora «per poi aumentarli lo scorso maggio in previsione della forte domanda». Il governo sta già lavorando per assicurarsi nuove consegne di vaccini con cui estendere la profilassi alla fascia compresa tra 50 e 64 anni.