Non andranno avanti gli emendamenti al decreto Sostegni che avrebbero affidato alle parafarmacie la distribuzione dei farmaci equivalenti. Passano invece il filtro della “raccomandazione” e vanno quindi all’esame delle commissioni le due proposte di modifica che potrebbero allargare agli esercizi di vicinato la vaccinazione contro Covid. E’ l’esito della seduta con cui ieri le commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato hanno ripreso, dopo una settimana di pausa, l’esame del ddl che deve convertire in legge il decreto. Il 21 aprile erano stati scartati gli emendamenti che per materia non avevano attinenza con il testo, ieri invece sono state selezionate le proposte di modifica date per «prioritarie» dai gruppi politici, secondo una prassi parlamentare ormai consolidata che evita alle commissioni inutili maratone su migliaia di interventi.
Tra gli emendamenti finiti nel “sacco” dei prioritari figurano così il 20.17 (primo firmatario Paola Boldrini, Pd) e il 20.20 (prima firmataria Loredana De Petris, Leu), che con formulazioni diverse propongono di estendere la vaccinazione anti-covid agli «esercizi commerciali di cui all’articolo 5, comma 1, del decreto-legge 223/2006».
Tra gli altri emendamenti di più diretto interesse per la farmacia, ottengono la “raccomandazione” dei partiti che li hanno proposti anche il 24.0.5 (Fibp-Udc) e il 24.0.6 (Iv), che dispongono l’accantonamento delle risorse per la farmaceutica 2020 ancora non utilizzate a beneficio della spesa per gli acquisti diretti.
Non figurano invece tra gli emendamenti prioritari – e quindi non dovrebbero proseguire oltre – il 20.18 (Dario Damiani, Fibp-Udc) che per la vaccinazione contro covid avrebbe consentito alle farmacie di «avvalersi anche di biologi in possesso di diploma di specializzazione in patologia clinica e biochimica clinica o microbiologia», e il 20.0.20 (Marco Perosino, Fibp-Udc) che assieme al 22.0.30 (prima firmataria ancora De Petris, Leu) proponeva di aggiungere gli equivalenti ai medicinali in vendita nelle parafarmacie.
Ritirati per un’eventuale riproposizione in aula, invece, gli emendamenti 20.25, 20.26 e 20.28 (prima firmataria in tutti e tre i casi Maria Rizzotti, Fibp-Udc): il primo avrebbero autorizzato in via sperimentale le farmacie alla vaccinazione antinfluenzale; il secondo avrebbe inserito a pieno titolo l’attività vaccinale tra le prestazioni della farmacia dei servizi; il terzo avrebbe consentito l’esercizio in farmacia di tutte le «professioni o arti sanitarie» fatta eccezione per quella di medico, odontoiatra e veterinario.
Le commissioni Bilancio e Finanze riprenderanno a lavorare sul decreto da lunedì prossimo con l’esame degli emendamenti “raccomandati”.