C’era l’algoritmo Montanaro – dal nome del suo ideatore, il farmacologo Nicola Montanaro – che fino all’anno scorso veniva utilizzato in Aifa per “pesare” l’innovatività dei farmaci sfornati dall’industria, allo scopo di stimarne il prezzo di rimborso Ssn. E c’è l’algoritmo Cavaliere, da Arturo Cavaliere, il segretario laziale della Sifo che ne ha impostato l’architettura con l’obiettivo di fornirlo quanto prima a Regioni e Asl perché misurino non l’innovazione delle molecole di ultima generazione, ma la convenienza a distribuire i farmaci in diretta, dpc o convenzionata. In base a prezzi, volumi e costi. Una prima versione ancora incompleta di tale strumento era stata presentata alle sigle della filiera (tra le quali Federfarma) la scorsa settimana, alla vigilia della discussa riunione del tavolo sulla distribuzione diretta di martedì 16 gennaio, dove sono state anticipate le prime evidenze dello studio sui costi del doppio canale coordinato dall’economista della Scuola Sant’Anna di Pisa Giuseppe Turchetti. Sull’algoritmo, ovviamente, sono piovuti dubbi e perplessità, sollevati soprattutto dalle delegazioni che rappresentavano le farmacie. «Sì è vero» ammette a FPress lo stesso Cavaliere «ma all’origine c’è stato un nostro errore di comunicazione: abbiamo diffuso un documento datato a causa di un’accelerazione del calendario degli incontri. Ne faremo tesoro per i prossimi appuntamenti».
D’accordo, ma questo algoritmo come funziona?
E’ un file di Excel con più fogli di lavoro, che consente in pochi secondi di stimare per ogni farmaco qual è la via di distribuzione più economica dal punto di vista economico. Nell’attuale versione, il confronto avviene soltanto tra dpc e convenzionata, ma se si inseriscono alcuni specifici valori è possibile mettere a confronto anche diretta e dpc, oppure diretta e convenzionata.
Più in dettaglio?
L’algoritmo si basa su formule che considerano parametri fissi – come gli sconti di legge – e altri che variano da Regione a Regione e dunque devono essere inseriti a ogni interrogazione: il prezzo al pubblico del farmaco, il prezzo di gara al quale è stato acquistato, il compenso alle farmacie per la dpc, i volumi di venduto dell’anno precedente. Definite queste variabili, l’algoritmo dice quale canale distributivo è più conveniente tra convenzionata e dpc.
E se si volesse fare un confronto con la diretta Asl?
Basterebbe inserire i valori corretti nelle caselle di riferimento.
Ma l’algoritmo li valuta i costi fissi sopportati dall’Asl o dall’ospedale, i costi della distribuzione e via di seguito?
In questa versione ancora no, ma come abbiamo detto alla riunione il file mancano ancora di diversi fogli di lavoro. Che serviranno, appunto, a valutare l’incidenza di tali voci sulla convenienza o meno dei tre canali.
E i costi sociali, ossia gli oneri che deve sopportare il cittadino quando è costretto ad andare fino all’Asl a ritirare il farmaco?
Ci sarà un foglio che valuterà anche questi costi. Come ho detto, quella presentata il 16 gennaio è una versione provvisoria dell’algoritmo, che verrà completata non appena lo studio fornirà i dati per compilare gli altri fogli di lavoro.
Al tavolo della scorsa settimana, però, qualcuno ha avuto l’impressione che Sifo e autori dello studio non avessero molto interesse a quantificare i costi sociali. Sarebbe stato detto che dovrà essere la politica a decidere se tenerli in considerazione…
Per noi è fondamentale che l’algoritmo consideri anche i costi indiretti, ossia quelli che ricadono sull’assistito e sulla collettività. E’ anche vero, peraltro, che noi possiamo soltanto quantificare tali costi; spetta poi alla politica decidere se sommarli agli altri oppure prendere le proprie decisioni in base soltanto ai risparmi di bilancio.
Quindi, una volta messo a punto l’algoritmo a chi servirà?
Alle Regioni, agli assessorati, alle Asl, ai servizi farmaceutici, anche alle farmacie. La sua finalità è quella di fornire uno strumento che consenta a tutti i decisori di valutare le diverse opzioni distributive secondo una metodologia rigorosa e condivisa. Oggi ogni Regione ha il approccio, più o meno corretto, per superare questa babele serve una metodologia uguale per tutti.
Una metodologia, però, basata soltanto su parametri economici…
Perché le scelte cliniche, ispirate a criteri scientifici, vanno fatte a monte. Il Pht dovrebbe essere il prontuario dei farmaci che, per complessità diagnostica e necessità di monitoraggio da parte dello specialista, consigliano la dispensazione in struttura pubblica.
Appunto. L’algoritmo, invece, rischia di invitare le Regioni a portare in dpc o in diretta anche ciò che oggi è in convenzionata…
Ma è quello che già fanno oggi diversi governi regionali. Meglio allora che queste scelte siano prese sulla base di evidenze conclamate, e dopo un confronto con tutti gli attori del sistema basato sui numeri. Io sono convinto che con l’algoritmo si scoprirà che per diversi farmaci la distribuzione convenzionata è preferibile alla diretta. Il suo scopo è quello di contribuire a scelte più consapevoli.
Tempistiche?
Tra una settimana circa invieremo alle sigle della filiera che partecipano al tavolo la versione finale dell’algoritmo, nella quale sono già state prese in considerazione le obiezioni avanzate nella seduta della settimana scorsa. Si tratterà però ancora di una bozza, perché chiederemo alle altre rappresentanze una nuova valutazione e sulla base di questa appronteremo la versione definitiva.