C’è il serio sospetto che si nasconda una truffa ai danni del Ssn – tramite ricette falsificate, con la possibile complicità di qualche farmacia – dietro al caso delle confezioni italiane di neupro, vimpat e clexane importate in Inghilterra tramite parallel trade e bloccate dall’agenzia del farmaco britannica perché prive della targa adesiva. La vicenda risale al 27 giugno scorso, data del primo alert diffuso dalla Mhra (l’Aifa inglese), ma la notizia è nota in Italia soltanto da qualche giorno, quando l’Agenzia del farmaco ha ridiffuso l’allarme e Federfarma l’ha inoltrato alle farmacie associate.
Le scatole intercettate dalle autorità inglesi, riferisce la Mhra, sarebbero state importate dall’azienda inglese B&S Healthcare, che le ha immesse sul mercato britannico mantenendo la confezione originale italiana e sovraetichettandola. Di qui la scoperta dell’assenza del bollino adesivo (quello con codice a barre del Poligrafico dello Stato), che ha convinto l’agenzia inglese a emanare un provvedimento di ritiro dal commercio. La maggior parte delle scatole senza targa sono state ritirate dagli scaffali delle farmacie, tre invece sono state recuperate al domicilio dei pazienti che le avevano acquistate. La Mhra, così, ha fatto scattare anche un allarme generale, per avvertire la popolazione di controllare le confezioni in proprio possesso.
Secondo quanto riporta la stessa Agenzia, le scatole non sembrano presentare segni di manomissione e probabilmente i farmaci non hanno problemi di efficacia, ma l’assenza di bollino dimostra che i prodotti «sono stati fatti uscire dalla filiera regolamentata e quindi re-immessi, in condizioni di trasposto e stoccaggio che non sono state controllate». Il sospetto che circola all’Aifa è che i medicinali possano provenire da un furto in qualche ospedale (nei reparti è prassi rimuovere i bollini per registrare l’uso delle confezioni) oppure da una truffa ai danni del Ssn: i bollini sono stati apposti su ricette falsificate per ottenere il rimborso, le scatole sono state avviate sulle rotte del parallel trade per ottenere un profitto aggiuntivo. E in questa seconda ipotesi, si fa strada l’eventualità che l’operazione sia stata condotta con la complicità di qualche farmacia.