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Farmacia dei servizi, 2020 decisivo: i cronoprogrammi a confronto

8 Gennaio 2020

Non c’è alcun dubbio, per i farmacisti titolari il 2020 si qualifica innanzitutto come l’anno in cui la farmacia dei servizi dovrà dimostrare di avere i numeri per entrare a pieno titolo nel Ssn, come strumento per la governance clinica del territorio così come leva di appropriatezza. La grande occasione arriva dalla sperimentazione che, dopo due anni di gestazione tra decreti attuativi e tavoli ministeriali, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato nelle sue linee guida il 17 ottobre scorso e le singole Regioni hanno recepito tra novembre e dicembre. Vediamo qual è lo stato dell’arte e che cosa dovrà accadere nel corso dei mesi a venire.

Delibere e cronoprogrammi: la situazione a oggi
Molte amministrazioni hanno ottemperato celermente agli adempimenti formulati dall’Accordo del 17 ottobre, alcune però risultano in ritardo:

 

Regione Normativa di recepimento Cronoprogramma
Campania Dca 92/2019 del 19 novembre Dca del 17 dicembre 2019
Emilia-Romagna Dgr 1967 del 11 novembre 2019 12 dicembre 2019
Lazio Dca U00473 del 22 nov. 2019 Det. 417749 del 16 dic. 2019
Lombardia Dgr XI-2465 del 18 novembre 2019 16 dicembre 2019
Piemonte Dgr 13-513 del 15 novembre 2019 Dgr 2-676 dell’11 dicembre 2019
Puglia Dgr 2042 del 11 novembre 2019 16 dicembre 2019
Sicilia Da 2044 del 14 novembre 2019 13 dicembre 2019
Umbria Dgr 1229 dell’11 dicembre 2019 13 dicembre 2019
Veneto Dgr 1658 del 12 novembre 2019

 

FPress ha dedicato a ciascun cronoprogramma una pagina riassuntiva che schematizza contenuti e operatività (per consultarle basta cliccare sui nomi di ciascuna regione nella tabella sopra). All’appello mancano soltanto l’Umbria e il Veneto, che ancora sono al lavoro sui propri documenti, e il Piemonte, che ha approvato il cronoprogramma ma deve ancora pubblicare la delibera. A questo drappello di Regioni, poi, potranno aggiungersi ulteriori partecipanti grazie ai 50,6 milioni in due anni stanziati allo scopo dalla Legge di Bilancio.

I servizi selezionati dalle Regioni
Come si ricorderà, le Linee guida approvate dall’Accordo Stato-Regioni individuavano per la sperimentazione un pacchetto di servizi raggruppati in tre macroaree: servizi cognitivi, servizi di front-office, servizi di autoanalisi. Nei loro cronoprogrammi le Regioni si attengono in gran parte a tali indicazioni, non senza alcune scelte autonome.

 

Umbria e Veneto rimangono al momento non pervenute. Per quanto concerne le altre spiccano la scelta dell’Emilia Romagna di riservare i servizi di telemedicina alle sole farmacie delle aree rurali/disagiate, la decisione di Campania, Lazio e Sicilia di inserire tra i servizi anche lo screening del diabete (non previsto dalle Linee guida) e la scelta della Sicilia di mettere in elenco il servizio “corner Adi”, di cui però il cronoprogramma regionale non fornisce dettagli.

Farmacie da arruolare per la sperimentazione
In questo caso le indicazioni che arrivano dai cronoprogrammi si mostrano ancora più eterogenee. Anche negli stessi servizi, i target di arruolamento individuati dalle singole regioni evidenziano una spiccata variabilità.

 

Variabilità a parte, dal raffronto spicca il caso della Campania, che nel proprio cronoprogramma non ha fornito alcuna indicazione sul numero delle farmacie da arruolare nonostante questa informazione sia esplicitamente richiesta dalle Linee guida. Il compito è stato demandato a un gruppo di lavoro da costituire prossimamente.

Pazienti da arruolare per singola farmacia
Anche in questo caso i target (minimi od ottimali) assegnati dai cronoprogrammi mostrano una forte variabilità.

 

Anche in questo caso il cronoprogramma campano evitare di fare numeri, lasciando ancora una volta ai gruppi di lavoro che dovranno definire i contenuti di ogni servizio la quantificazione degli assistiti da reclutare. Da citare anche il cronoprogramma dell’Emilia Romagna, che limita l’attività sull’aderenza terapeutica ai pazienti reclutati (10 a farmacia) per la ricognizione farmacologica.

Attività demandata alle farmacie
In questo caso, le differenze che emergono dal raffronto tra i singoli cronoprogrammi rimandano alla prospettiva con cui ogni singola Regione ha accolto la sperimentazione. L’Emilia Romagna, per esempio, ha messo da parte la telemedicina perché il tema è già affrontato da una delibera in via di attuazione che limiterà il servizio alle sole farmacie delle aree rurali/disagiate. Stessa originalità nel caso dell’aderenza terapeutica: il lavoro che condurranno le farmacie – peraltro ben dettagliato – verrà condotto nella cornice della ricognizione farmacologica e consisterà essenzialmente in un’attività di registrazione/counselling.
Più strutturata e continuativa l’attività che, invece, demandano alle farmacie i cronoprogrammi di Lombardia e Puglia: nel caso dell’aderenza terapeutica, in particolare, vengono indicate la ciclicità degli incontri, gli interventi o il counselling da effettuare in ognuno di essi, se e quando coinvolgere i mmg e i pls (pediatri di libera scelta).

Requisiti e remunerazione
A parte l’Emilia Romagna, che chiede esplicitamente alle farmacie arruolate l’autocertificazione della disponibilità di spazi e personale, nessun cronoprogramma pretende dai farmacisti titolari particolari requisiti strutturali. E, nella maggior parte dei casi, subordina l’arruolamento delle farmacie al solo completamento della formazione che verrà erogata in vista della sperimentazione.

 

Per quanto concerne la remunerazione, Emilia Romagna e Piemonte fissano in dettaglio il quadro dei compensi, la Lombardia non fornisce cifre ma propone la formula con cui verranno stabiliti a tempo debito i compensi (formula che tiene in considerazione costo-tempo, oneri del personale e dei materiali). Sulla stessa linea anche la Puglia, che promette di riconoscere un forfait aggiuntivo alle farmacie rurali. Non dicono niente (anche se le Linee guida della Stato-Regioni lo raccomandavano) Campania e Lazio, che per di più pagherà le farmacie soltanto al termine della sperimentazione, «dopo la verifica del completamento delle attività prevista da ogni singolo progetto». Più amichevole la Sicilia, che promette pagamenti allineati alle scadenze con cui il Ministero erogherà i fondi per la sperimentazione: 20% all’avvio, 40% a metà percorso, 40% alla fine del programma (verifiche comprese). Le altre Regioni non forniscono indicazioni.

Tempistiche
In origine la sperimentazione avrebbe dovuto viaggiare a scaglioni: tre Regioni per tre anni (Piemonte, Lazio, Puglia), altre tre per due anni (Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia), l’ultimo terzetto per un anno soltanto (Veneto, Umbria e Campania). Ritardi burocratici e scelte delle Regioni hanno fatto saltare completamente i piani e così – come si deduce dai singoli programmi – la partenza sarà in ordine sparso e l’attività si concentrerà nei prossimi due anni.

 

Come si può notare, anche in questo caso le tempistiche dettate dai diversi cronoprogrammi rivelano filosofie d’approccio differenti: per esempio, ci sono regioni che fanno partire il servizio di ricognizione farmacologica prima del monitoraggio sull’aderenza e altre che invece preferiscono l’ordine inverso, nonostante ci siano evidenti relazioni tra i due servizi; nel cronoprogramma del Lazio, invece, non vengono fornite date sull’avvio delle diverse attività ma viene soltanto indicato che l’arruolamento dei pazienti dovrà concludersi il 30 giugno. Il cronoprogramma della Campania, infine, mostra qualche contraddittorietà perché per i diversi servizi fornisce date di avvio differenti da un paragrafo all’altro.