La filiera farmaceutica asseconda gli sforzi di Farmindustria e Assogenerici perché l’Italia adotti il sistema europeo di tracciatura del farmaco assieme agli altri Stati Ue a partire dal prossimo anno anziché dal 2025, come originariamente le concedeva la direttiva 2011/62 sulla contraffazione. Farmacie, distributori e produttori, infatti, si apprestano a firmare la prossima settimana il memorandum d’intesa per l’istituzione del Nmvo, National medicines verification organization, ossia l’ente no profit che – secondo quanto prescritto dai regolamenti europei – governerà il nuovo sistema di tracciatura. Si tratta di una rete informatica costituita da un hub centrale europeo e singoli archivi nazionali, che faranno da piattaforma di verifica per le farmacie e gli altri distributori finali. In sintesi, le industrie produttrici caricheranno sul sistema i codici (tipo datamatrix, come i QrCode) che identificano le confezioni dei loro farmaci; grossisti e farmacie, invece, “chiuderanno” il loro tratto di percorso leggendo il codice con lo scanner e verificandone la presenza nel database centrale.
Rispetto all’attuale sistema di targatura impiegato in Italia, la novità più consistente riguarda il superamento dei bollini adesivi (prodotti dalla Zecca dello Stato): i codici verranno stampati sulle confezioni direttamente dalle aziende e non saranno più asportabili, perché certificherà l’effettiva dispensazione del farmaco l’annullamento del codice datamatrix in banca dati da parte della farmacia.
Come detto, la prossima settimana produttori (Farmindustria e Assogenerici), farmacie (Federfarma e Assofarm) e distributori (Adf e Federfarma Servizi) dovrebbero firmare il memorandum d’intesa per il Nmvo, ossia l’ente che gestirà il database nazionale dei codici (ce n’è uno in costituzione in ogni Paese europeo, mentre all’Emvo è affidata la gestione dell’hub centrale). Un passo decisivo in tal senso è stato compiuto ieri con l’approvazione dell’ultima bozza di memorandum da parte dell’assemblea di Federfarma. Un segnale importante, perché il testo precedente era stato bocciato dal sindacato ed è stato riscritto per accoglierne le condizioni: per cominciare, al Nmvo Federfarma parteciperà con una quota del 15% (Farmindustria avrà il 35%, Assogenerici il 20%, Adf e Federfarma Servizi il 10% ciascuna, Assofarm con il 5%); in secondo luogo, lo statuto della società dovrà elencare una serie di materie sulle quali le decisioni tra i soci andranno prese all’unanimità; infine, Federfarma porta a casa un’intesa che mette al riparo le farmacie sul controllo dei dati generati dal sistema e assicura ad Assinde maggiori risorse per 2,5 milioni di euro (li metterà Farmindustria, che recupererà grazie ai minori costi assicurati dal sistema europeo rispetto a quello dei bollini).
Resta l’incognita dei costi che le farmacie potrebbero dover affrontare per l’adeguamento di software e hardware (gli scanner) ai nuovi codici. Nella relazione presentata all’assemblea, però, Federfarma si impegna a «realizzare tutte le condizioni affinché la trasmissione dei dati verso il sistema di archivi nazionale ed europeo avvenga nella massima sicurezza e garantendo anche tecnologicamente la proprietà dei dati di vendita».