E’ sul tavolo dei governatori, dove attende di essere recepito dalla prima seduta utile della Conferenza Stato-Regioni, il documento del ministero della Salute con le Linee guida per la sperimentazione della farmacia dei servizi. Licenziato a fine luglio dal tavolo insediato a primavera dal dicastero (e composto tra gli altri da Federfarma, Fofi e Assofarm per le farmacie, Fimmg, Simg e Fnomceo per i medici, Fnopi per gli infermieri, Cittadinanzattiva per i malati e Agenas per le Regioni), il documento individua i servizi che le nove Regioni selezionate per la sperimentazione triennale potranno organizzare nelle farmacie e i criteri della sperimentazione stessa. Criteri che impongono a farmacisti e uffici regionali una consistente raccolta di dati per misurare nel dettaglio effetti e benefici delle prestazioni erogate in termini di costi evitati e di aderenza terapeutica guadagnata.
L’obiettivo della sperimentazione è quello di valutare le effettive potenzialità della farmacia dei servizi e le Linee guida lo ricordano con una certa severità alle Regioni. Tanto che il finanziamento previsto dalla Legge di Bilancio (36 milioni in tre anni) verrà liquidato a ogni amministrazione in tre tranche distinte, al completamento di altrettanti step: il 20% all’approvazione del cronoprogramma con cui ciascuna Regione deve comunicare al Ministero il proprio piano delle attività sperimentali; il 40% alla realizzazione della prima metà di tali attività (con dettagliata relazione intermedia) e il restante 40% all’approvazione (da parte del tavolo tecnico del Ministero) del rapporto finale della sperimentazione.
Anche sui servizi da avviare nelle farmacie le Linee guida (anticipate ieri da Quotidiano Sanità) concedono alle Regioni guinzaglio corto: si potrà pescare soltanto in un menù predefinito che comprende riconciliazione della terapia farmacologica e monitoraggio dell’aderenza terapeutica (servizi cognitivi), gestione del Fascicolo sanitario elettronico (servizi di front office), telemedicina (holter pressorio e cardiaco, ecg, autospirometria) e screening del tumore al colon retto.
La partecipazione delle farmacie è su base volontaria ma per ogni servizio le Linee guida definiscono eventuali target con cui garantire la necessaria rappresentatività statistica, così come il range utile dei pazienti da arruolare. Si occuperanno di quest’ultimo compito i farmacisti stessi, sulla base dei criteri definiti dal documento: nel caso della riconciliazione farmacologica, per esempio, la selezione riguarderà gli assistiti che si presentano al banco con ricette per patologie croniche od oncologiche. Sempre le Linee guida, inoltre, definiscono la formazione preventiva alla quale dovranno sottoporsi i farmacisti partecipanti, l’informazione da fornire ai pazienti per l’arruolamento e l’attività da svolgere nella sperimentazione: nel caso del monitoraggio dell’aderenza terapeutica per i pazienti con Bpco, per esempio, sono elencati i questionari da somministrare all’assistito, l’affiancamento da fornire al malato per educarlo all’uso corretto del device, il follow up a tre e sei mesi eccetera.
Per ogni servizio, inoltre, la Linee guida riportano gli eventuali risultati attesi: nel caso della gestione del Fascicolo sanitario elettronico, per esempio, il traguardo è rappresentato «da un significativo aumento della quota di attivazioni del Fse» e da una «maggiore compliance del cittadino verso la fruizione dei servizi offerti dal Fascicolo sanitario elettronico»; nel caso del monitoraggio dell’aderenza terapeutica nei pazienti con diabete di tipo 2, l’attesa riguarda «la riduzione dei ricoveri inappropriati e degli accessi in pronto soccorso», così come l’impatto sulle diseguaglianze di salute e sulla spesa economica.
Per consentire a Ministero e tavolo tecnico di valutare correttamente gli esiti della sperimentazione rispetto a tali target, le Linee guida prescrivono a farmacie e Regioni un minuzioso lavoro di raccolta e registrazione dei dati. Per quanto riguarda le Regioni, in particolare, il documento presenta alcuni modelli di schede dove andranno registrati non solo i numeri della sperimentazione (pazienti coinvolti e farmacie partecipanti, servizio per servizio) ma anche alcuni indicatori di performance come il numero delle prestazioni erogate, il personale coinvolto, il tempo impiegato per ogni singola prestazione e così via. Tali schede andranno trasmesse semestralmente, mentre nel cronoprogramma che ogni Regione partecipante dovrà inviare prima di dare il via alla sperimentazione andranno indicati anche i criteri con cui verranno remunerate le farmacie aderenti.
Completano il documento le istruzioni sulla privacy (tocca alle farmacie raccogliere il consenso dei pazienti) e sull’uso dei dati raccolti nella sperimentazione. Che rimangono di proprietà del Ministero e potranno essere usati soltanto per studi o analisi statistico-epidemiologiche.