Resta più anomala che mai la stagione influenzale 2022-2023, che già aveva sorpreso per la precocità del picco (esploso all’inizio di dicembre, mai così in anticipo tranne che nel 2009-2010) e per l’intensità (16 casi di sindromi simil-influenzali ogni mille assistiti, tasso record negli ultimi 14 anni). Ora a stupire è la persistenza, visto che dopo un sensibile “scollinamento” tra dicembre e primi di gennaio ora la curva tende ad appiattirsi e da tre settimane circa si è stabilizzata nella fascia 8-10 casi per mille assistiti.
È l’evidenza che arriva dall’ultimo bollettino di Influnet, l’osservatorio dell’Istituto superiore di sanità che monitora l’andamento della stagione influenzale. Nella settima settimana del 2023, che va dal 13 al 19 febbraio, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali tocca gli 8,2 casi per mille assistiti (era 8,0 nella settimana precedente) e mostra valori stabili in quasi tutte le fasce di età.
In particolare, nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 22,06 casi per mille assistiti; tra i 5-14enni scende a 11,33 casi, nella fascia 15-64 anni cala ancora a 7,77 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni si ferma a 3,58 casi per mille assistiti. Per quanto concerne i tassi d’incidenza a livello locale, tutte le regioni mostrano valori sopra la soglia basale (3,16 casi per mille assistiti) tranne Toscana e Abruzzo che restano sopra i dieci casi per mille assistiti.