L’Italia potrebbe presto avere un Ordine professionale degli informatori scientifici del farmaco (Isf). L’annuncio arriva da Cosmofarma 2025, dove il vicepresidente di Forza Italia alla Camera, Francesco Cannizzaro, ha annunciato in videocollegamento la presentazione una proposta di legge per istituire l’albo nazionale della categoria.
Cannizzaro è intervenuto è avvenuto nel corso del convegno “Informazione scientifica, presente e futuro”, organizzato dalla Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco (Fedaiisf). «La categoria degli informatori scientifici è straordinaria» ha dichiarato «è presente in ogni angolo del Paese ed è già riconosciuta da una norma nazionale e dal ministero della Salute. Ma questa norma va arricchita: finalmente anche in Italia potremo avere un Ordine degli Isf, come per tutti i professionisti». Il disegno di legge, ha spiegato, nasce dall’esperienza della Calabria, dove è stato istituito un registro regionale degli informatori che ha ispirato il testo oggi all’esame di Montecitorio.
A sostenere la proposta, tra gli altri, anche il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, che ha ribadito l’intenzione di superare la distribuzione diretta dei farmaci prevista dalla legge 405/2001 e favorire la distribuzione convenzionata, «secondo lo schema classico: il medico prescrive, l’informatore supporta, il farmacista dispensa». Un modello, ha detto, «win-win, che favorisce l’aderenza terapeutica e valorizza tutte le professioni coinvolte, inclusi gli Isf».
Per il presidente di Fedaiisf, Antonio Mazzarella, l’Ordine «sarebbe un valido supporto e un argine ai tentativi di ingerenza sulla nostra professionalità». Sulla stessa linea Andrea Mandelli, presidente della Fofi: «Non esistono separazioni in una categoria» ha dichiarato «ma la necessità di fare quadrato. Abbiamo la stessa laurea e la stessa dignità, ed è giusto che ogni anima della professione abbia un proprio riconoscimento».
Il vicepresidente di Egualia, Salvatore Butti, ha infine sottolineato come il ritorno al modello “farmaco-medico-farmacia-paziente” possa rappresentare «una grande opportunità per gli Isf», anche per quelle aziende che negli anni passati avevano scelto strade diverse.