«L’Italia garantisce in regime di rimborsabilità un’offerta di farmaci tra le più alte d’Europa e la spesa farmaceutica è in linea con quella degli altri Paesi Ue». È la precisazione che arriva dall’Aifa con l’obiettivo di rettificare alcune interpretazioni dei dati provenienti dal Rapporto OsMed 2023. In particolare, non è corretto dire che il tasso di disponibilità dei medicinali approvati dall’Ema e rimborsati in Italia è solo del 63% e che ciò costringe i pazienti italiani a curarsi all’estero a proprie spese. «In realtà» spiega il direttore tecnico-scientifico dell’Aifa, Pierluigi Russo «i dati documentano l’esatto contrario: la percentuale di farmaci approvati a livello europeo e rimborsati in Italia è dell’80%, contro il 48% della Spagna, il 65% della Francia, il 51% della Gran Bretagna, il 44% della Svezia e il 41% del Portogallo».
Questo – prosegue Russo – nonostante l’Italia abbia una spesa pubblica farmaceutica pro-capite al netto del pay-back tra le più basse d’Europa, pur avendo la quota di popolazione anziana più elevata: 574 euro contro i 673 della Germania, i 603 della Spagna, i 600 della Francia, i 627 del Belgio o i 672 dell’Austria.
«Lo sfondamento di 2,1 miliardi del tetto per la spesa farmaceutica per acquisti diretti nei primi mesi del 2024» fa ancora notare Russo «segue un trend internazionale determinato dai crescenti costi dell’innovazione e dall’invecchiamento della popolazione, rispetto al quale è necessario promuovere le buone pratiche di programmazione sanitaria a livello regionale nell’organizzazione dell’assistenza farmaceutica. Per la sua parte l’Agenzia opera in attuazione delle norme vigenti e recentemente ha incrementato dell’85% il numero di procedure di rinegoziazione dei prezzi dei medicinali rimborsati».