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Aifa, l’Intelligenza artificiale per aiutare i medici a prescrivere

11 Ottobre 2024

C’è l’intelligenza artificiale tra gli strumenti con cui l’Aifa vuole aiutare i medici a prescrivere con appropriatezza e snellire i consumi di farmaci ridondanti nelle terapie dei cronici. Perché non va dimenticato che in Italia un anziano su tre assume quotidianamente dieci o più farmaci, non tutti necessari, e spesso con rischi significativi legati alle interazioni tra medicinali. La notizia arriva dalla presentazione, l’altro ieri a Roma, del progetto “COSÌsiFA” dell’Agenzia del farmaco per l’informazione indipendente.

Uno dei principali obiettivi del progetto è ridurre i rischi associati alla polifarmacoterapia, in particolare tra gli anziani. Secondo il Rapporto Aifa sull’uso dei farmaci tra gli over 65, nel 2019 quasi tutti gli ultrasessantacinquenni hanno ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica, con una media di tre dosi giornaliere. La polifarmacoterapia interessa soprattutto coloro che soffrono di più patologie croniche: il 75% degli over 65 ha almeno due malattie, con una percentuale ancora più alta tra gli ultraottantenni.

Questa situazione pone importanti sfide per la salute pubblica. L’assunzione di più farmaci può portare a interazioni pericolose, ridurre l’aderenza alle terapie e includere prescrizioni inappropriate. È qui che l’Aifa vede un’opportunità per l’innovazione, puntando su strumenti digitali avanzati, tra cui soluzioni basate sull’intelligenza artificiale. Questi strumenti potrebbero supportare i medici nella gestione delle prescrizioni e nell’individuazione dei rischi di interazione tra i farmaci. “Dobbiamo fornire ai medici strumenti per orientarsi meglio tra le prescrizioni,” ha dichiarato il presidente di Aifa, Robert Nisticò, “per decidere magari di eliminare alcuni farmaci laddove non necessari.”

Accanto all’uso dell’intelligenza artificiale, Aifa punta anche sull’informazione e la consapevolezza come armi chiave per migliorare l’aderenza alle terapie e ridurre le prescrizioni inappropriate, contribuendo così a una gestione più sicura e sostenibile delle cure farmacologiche.