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Aiom: screening del colon retto, coinvolgere farmacie. Racca: Lombardia lo fa già

4 Giugno 2021

Ora che la maggioranza dei pazienti oncologici è stata vaccinata contro covid, occorre recuperare in fretta i 2,2 milioni di screening per la prevenzione dei tumori che a causa della pandemia non sono stati effettuati nel 2020. E per farlo, si potrebbe chiedere a ospedali e strutture sanitarie di eseguire anche nei week end prestazioni come le mammografie per la diagnosi precoce del carcinoma mammario, così come si potrebbero coinvolgere i farmacisti negli screening del tumore al colon retto. La proposta è stata lanciata dall’Aiom (Associazione italiana oncologia medica) alla vigilia del primo giorno di lavori in teleconferenza del Congresso annuale della Società americana di oncologia clinica, in programma da oggi all’8 giugno.

L’idea scaturisce dall’emergenza in cui oggi versano le cure oncologiche: nel 2020, è la stima, le nuove diagnosi di tumore sono diminuite dell’11% rispetto al 2019, i nuovi trattamenti si sono ridotti del 13% e gli interventi chirurgici sono calati del 18%. «Esami diagnostici e di follow up hanno spesso subito ritardi o posticipazioni» spiega Giordano Beretta, presidente nazionale dell’Aiom «il rischio è ritrovarci a breve con un forte aumento delle diagnosi di tumori a uno stadio più avanzato».

Di qui la proposta che gli ospedali effettuino esami diagnostici e mammografie anche nei week end e che le farmacie siano coinvolte nelle campagne di screening per il tumore del colon retto. «In diverse regioni la proposta dell’Aiom è già realtà» commenta la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca «come nella nostra, dove le farmacie partecipano da almeno un decennio e dove dall’inizio dell’anno le regole del servizio e le modalità di partecipazione delle farmacie sono state uniformate in tutte le Ats lombarde. Piuttosto, sarebbe di grande aiuto se l’Aiom si unisse alla battaglia che da tempo noi farmacisti combattiamo perché lo screening del tumore al colon retto, così come le altre prestazioni diagnostiche della farmacia dei servizi, trovassero recepimento uniforme in tutte le Regioni. La capillarità della rete delle farmacie può essere di grande aiuto per tutti gli assistiti a prescindere dal luogo di residenza».