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Al via all’Aifa Tavolo per AI e prescrittomica nell’aderenza terapeutica

12 Novembre 2024

Applicare i dettami della medicina di precisione nella gestione della terapia farmacologica, con particolare attenzione alle politerapie, e identificare i possibili approcci nell’ambito delle buone pratiche prescrittive. È l’obiettivo del Tavolo tecnico sulla medicina di precisione e la prescrittomica inaugurato ieri all’Aifa dal presidente dall’Agenzia, Robert Nisticò. L’invecchiamento della popolazione comporta l’aumento dei pazienti con più patologie croniche e, conseguentemente, di quelli sottoposti a poliprescrizioni. Tanto che quasi un anziano su tre (il 28,5% degli ultrasessantacinquenni secondo l’ultimo rapporto OsMed) assume 10 o più medicinali in corso d’anno, almeno 5 nel 68% dei casi. «Molti trattamenti però si traducono poi in bassa aderenza e persistenza alle terapie, con danni alla salute dei pazienti e spreco di risorse» ha ricordato Nisticò «acuiti anche dal fatto che l’interazione di così tanti medicinali diventa difficile da tenere sotto controllo per gli stessi medici e che può generare effetti avversi o scarsa tollerabilità ai trattamenti».

Nell’era della farmacogenetica e dell’Intelligenza Artificiale, che promettono di personalizzare e ottimizzare sempre più le terapie, ha continuato Nisticò, medicina di precisione e prescrittomica sono discipline «con le quali dovremo avere sempre più confidenza».

Al Tavolo, oltre agli esperti dell’Agenzia, partecipano società scientifiche, organizzazioni delle professioni sanitarie e accademici del settore, già suddivisi in gruppi di lavoro che dovrebbero portare nell’arco di un anno a un evento che renderà pubblici i risultati dell’attività di ricerca. «Con l’obiettivo non ultimo» ha precisato Nisticò «di attivare tutti i canali di comunicazione, compresi i social network, per condividere con la popolazione generale informazioni semplici e precise sull’uso corretto dei medicinali e le loro possibili interazioni».

Diversi studi, ricorda in una nota l’Aifa, hanno dimostrato che l’uso di AI per monitorare le terapie, inviare promemoria personalizzati e fornire supporti in tempo reale può aumentare fino al 20% l’aderenza alle terapie stesse. Una percentuale che si traduce in un miglioramento del 40% della qualità della vita e del 20% in termini di sopravvivenza. Considerando poi che il costo per il Ssn della mancata aderenza alle terapie è di circa 2 miliardi di euro l’anno, ecco che un aumento dell’aderenza anche solo del 15% potrebbe ridurre i costi assistenziali di 300 milioni, senza considerare quelli sociali, derivanti per esempio dalla perdita di giornate lavorative.

Oltre che dall’AI, un contributo importante al buon uso dei medicinali può arrivare dalla farmacogenetica, che permette di identificare come un paziente metabolizzerà specifici farmaci. «Nei pazienti politrattati» conclude Nisticò «l’informazione genomica consente anche di valutare le interazioni tra farmaci e l’impatto cumulativo della terapia, adattando le prescrizioni per evitare sovradosaggi o inefficacia terapeutica dovuta a variazioni individuali del metabolismo. E questo – conclude – significa poter ridurre gli effetti collaterali, come i rischi di tossicità, aumentare l’aderenza alle terapie, il tutto riducendo i costi sanitari indotti da visite ambulatoriali e ospedalizzazioni, che secondo studi Usa tra il 3 e il 7% dei casi sono causate da reazioni avverse ai medicinali».