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Allergie stagionali: i consigli di Assosalute per gestirle in modo efficace

21 Marzo 2025

Le allergie, dice Assosalute (l’associazione che rappresenta le aziende dell’automedicazione) sono in forte crescita e colpiscono sempre più persone, anche quando non c’è una particolare predisposizione genetica. Tra le cause figurano il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico, che contribuiscono a rendere la cosiddetta “allergia di stagione” un problema sempre più diffuso durante tutto l’anno.

Secondo Vincenzo Patella, presidente della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic) e direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di Medicina interna a indirizzo immunologico e respiratorio dell’Azienda sanitaria di Salerno, l’incidenza delle patologie allergiche è aumentata notevolmente negli ultimi anni.

«Se nel triennio 2018-2020 i nuovi casi erano aumentati dell’11% all’anno, nel 2024 la crescita era già al 16%», segnala Patella, citando dati dell’Istat. Attualmente, le riniti allergiche colpiscono tra il 10% e il 30% della popolazione, con un’incidenza che sfiora il 28%.

Tra i principali responsabili del fenomeno ci sono il cambiamento climatico e l’inquinamento, che alterano i ritmi naturali della fioritura e prolungano la stagione pollinica da febbraio fino a settembre. «Quest’anno la stagione è iniziata 25 giorni prima rispetto alle previsioni», conferma Patella. L’urbanizzazione e lo smog potenziano inoltre l’effetto allergizzante dei pollini, aumentando il rischio di allergie anche in persone non predisposte geneticamente.

Le allergie respiratorie non sono solo un fastidio stagionale, ma possono impattare significativamente sulla vita quotidiana, causando difficoltà di concentrazione e riducendo la produttività lavorativa. «I sintomi possono essere talmente invalidanti da costringere gli adulti ad assentarsi dal lavoro fino a 18 giorni l’anno», sottolinea Patella. Anche il rendimento scolastico ne risente, soprattutto a causa della scarsa qualità del sonno.

L’impatto economico è rilevante: secondo uno studio americano, interventi mirati potrebbero ridurre i costi legati all’asma severo di oltre 50 milioni di euro (27%) e quelli dell’asma eosinofilico severo di circa 31,7 milioni di euro (26%).

Bambini e anziani sono le fasce di popolazione più colpite dall’aumento delle allergie. Nei più piccoli, fattori come inquinamento, cambiamenti climatici e alimentazione povera di varietà hanno contribuito a un incremento del 5-10% dei casi. «Una maggiore biodiversità del microbioma intestinale aiuta a prevenire le malattie allergiche», spiega Patella, sottolineando l’importanza dell’allattamento al seno e di un adeguato apporto di vitamina D.

Negli anziani, invece, la sintomatologia è spesso diversa rispetto ai giovani, con ostruzione nasale persistente e perdita dell’olfatto tra i sintomi più comuni. Anche in questa fascia d’età, i casi di allergia respiratoria sono aumentati del 5-10%.

Per affrontare al meglio le allergie respiratorie, Assosalute propone alcune strategie efficaci:

Automedicazione responsabile: ai primi sintomi, l’uso di farmaci da banco come antistaminici topici o sistemici può aiutare, valutando le formulazioni più recenti per ridurre gli effetti sedativi.

Prevenzione secondaria: monitorare i livelli di polline e limitare l’esposizione nelle giornate critiche.

Immunoterapia specifica: i vaccini antiallergici, iniziati già in età scolare, possono ridurre sensibilmente i sintomi.

Alimentazione e microbioma: una dieta varia e bilanciata aiuta a prevenire le allergie.

Indagine preventiva: consultare il medico di famiglia e, se necessario, un allergologo per individuare la terapia più adeguata.

I farmaci di automedicazione, conclude Assosalute, possono essere un valido supporto nella gestione dei sintomi, migliorando la qualità della vita degli allergici. Tuttavia è sempre consigliabile un uso consapevole e un confronto con il proprio medico o farmacista di fiducia.