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Amazon indagata per presunte irregolarità nella gestione dei servizi

24 Luglio 2024

La Procura di Milano ha sequestrato in via cautelativa oltre 120 milioni di euro ad Amazon Italia Transport con l’accusa frode fiscale per il periodo 2017-2022. All’origine un’indagine riguardante la gestione digitale dei lavoratori incaricati delle consegne dell’ultimo miglio, la ventunesima dei pm milanesi nel settore della logistica dopo quelle a carico di aziende come Dhl, Gls, Uber, Brt, Geodis, Esselunga, Ups, Gs, Gxo e Schenker (con un totale di 600 milioni di euro recuperati).

Sotto la lente degli inquirenti il “DSP Program” di Amazon, che invita chiunque abbia attitudini imprenditoriali a investire tra i 10mila e i 25mila euro per creare una società di consegna pacchi. Poi, però, i lavoratori sarebbero di fatto “eterodiretti” dal software gestionale di Amazon Transport, che organizza il lavoro e controlla l’esecuzione. La Procura accusa Amazon di avvantaggiarsi di un risparmio fraudolento in termini di carico fiscale e contributivo, operando nel mercato con prezzi competitivi grazie a questa eterodirezione digitale. Secondo i pm Valentina Mondovì e Paolo Storari, Amazon Italia Transport agirebbe come un’unica entità economica che esercita i poteri del datore di lavoro sui corrieri.

L’inchiesta sottolinea come la cultura digitale sia integrata nell’azienda, dove le decisioni umane sono sostituite da flussi di dati per esercitare il controllo sulla manodopera. Questa visione collima con le conclusioni dell’istruttoria chiusa dall’Agcom nel 2018, quando sanzionò Amazon per aver utilizzato corrieri locali nell’ambito di un servizio che veniva pubblicizzato come proprio, con tariffe e organizzazione stabilite dallo stesso gruppo.

Il sequestro è motivato anche dal fatto che Amazon Italia Transport ancora nel 2023 continuava a mantenere lo stesso tipo di rapporti con i suoi fornitori, generando altri 30 milioni di iva la cui riscossione potrebbe risultare problematica (al pari dei 121 milioni sequestrati per il 2017-2022). Tre manager sono indagati per le dichiarazioni dei redditi incriminate e la società è sotto accusa in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle imprese per reati commessi dai dirigenti nell’interesse aziendale.

Anche la Procura di Torino ha avviato accertamenti simili, con perquisizioni di commercialisti, consulenti e imprenditori legati ad Amazon, Gls e Sda. Amazon, in una dichiarazione, afferma di rispettare tutte le leggi e normative vigenti e di richiedere lo stesso dai suoi fornitori e ha assicurato che collaborerà con le autorità competenti ai fini dell’indagine.