È sempre più frequente il caso di persone che non si sottopongono a tampone anche se hanno i sintomi del covid. Lo segnala all’Adnkronos il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli: «Siamo preoccupati per l’aumento dei casi» dice «i numeri che vediamo sono sottostimati perché buona parte di chi ha sintomi non fa il tampone. Si sottopone al test quasi soltanto chi ha necessità del certificato di malattia». La recente stima della Fimmg che parlava di un 30% di persone con sintomi che non fanno l’antigenico, osserva ancora Anelli, è ottimistica.
«Buona parte dei cittadini» continua Anelli «preferisce non fare il tampone in farmacia o in strutture che possono tracciarlo. Quando va bene effettua il test fai da te e, se è responsabile, esce quando si è negativizzato. Ma ci sono molti positivi che non si isolano. E questo, a mio avviso, è alla base dell’abnorme diffusione dei contagi che avviene, tra l’altro, in questa fase estiva». In sostanza, «c’è un’anomalia rispetto alle annate precedenti: a fine giugno, i contagi erano quasi a zero, ma ora il tracciamento è saltato a fronte di una variante molto contagiosa».
Per Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, «ormai ogni giorno, negli studi dei medici di famiglia, si discute con pazienti che hanno sintomi riconducibili al covid, che chiedono terapie ma si rifiutano di fare il tampone per non essere costretti all’isolamento». Per il sindacalista questo sarebbe ormai il comportamento di circa il 30% delle persone con sintomatologia sospetta e l’ondata estiva di infezioni da Sars-CoV-2 si deve in buona parte ai tamponi fai da te «che hanno banalizzato il testing».
«Le persone che fanno i tamponi a casa» conclude Scotti «in molti casi non denunciano la malattia per non dovesi isolare, soprattutto se non hanno un lavoro dipendente o hanno scarse tutele. E questo ovviamente fa “correre” il virus, in particolare con la contagiosità delle varianti Omicron».