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Antibioticoresistenze: rete farmacie da valorizzare per test e screening dice Pgeu

15 Giugno 2023

Le farmacie del territorio possono offrire un contributo decisivo alle campagne di sanità pubblica sulla resistenza antimicrobica (Amr). I farmacisti, inoltre, assicurano una consulenza puntuale sul consumo oculato di antibiotici e antimicrobici, nonché sul loro corretto smaltimento. Inoltre, non va dimenticato che in farmacia è possibile eseguire test di tipo “point of care” per individuare i primi sintomi di un’infezione e determinarne l’origine virale o batterica.

È quanto scrive il Pgeu, l’associazione delle farmacie e dei farmacisti europei, nel position paper diffuso ieri per commentare la recentissima approvazione da parte del Consiglio Ue del documento che definisce la nuova strategia dell’Unione per la lotta alle Amr. «I farmacisti del territorio» scrive il Pgeu «hanno dimostrato durante la pandemia che la rete delle farmacie è in grado di somministrare test e vaccini, due strumenti preziosi nella lotta alla resistenza antimicrobica».

Nel 2019, ricorda ancora il position paper, si stimano 4,95 milioni di decessi per Amr, 1,27 milioni dei quali correlati direttamente. Ogni anno 35.000 cittadini dell’Ue e dello Spazio economico europeo muoiono a causa di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, con un costo annuo di oltre 1,5 miliardi di euro per i sistemi sanitari dell’Ue. Entro il 2050, le Amr costeranno 10 milioni di vite all’anno con ricadute sulla produzione economica per oltre 100mila miliardi.

I percorsi clinici integrati disponibili in alcuni Paesi, è la conclusione del Pgeu, hanno mostrato risultati positivi nella dispensazione su protocollo di antimicrobici a seguito di un test effettuato in farmacia. In aggiunta, consentire in tutti i Paesi Ue l’accesso alle cartelle cliniche elettroniche da parte dei farmacisti del territorio può «aumentare i sistemi di allerta precoce relativi al monitoraggio della carenza di antimicrobici».