Cento procedimenti istruttori conclusi, tra i quali 49 per pratiche scorrette o violazione dei diritti dei consumatori, e quasi 90 milioni di euro in sanzioni inflitte, 84 dei quali per comportamenti commerciali scorretti. Sono le cifre che riassumono un anno di attività dell’Antitrust così come le snocciola la Relazione annuale dell’Autorità garante per la concorrenza, presentata ieri a Roma dal suo presidente Roberto Rustichelli (foto).
L’anno su cui riferisce il rapporto è il 2020 e la pandemia riecheggia sovente tra le sue pagine, per i numerosi interventi che si sono resi necessari a tutela dei consumatori. In particolare, l’authority ricorda i procedimenti svolti nei confronti di alcuni importanti marketplace (Amazon, eBay e Wish), diretti «ad accertare alcuni profili di scorrettezza delle offerte, pubblicate da venditori terzi sulle relative piattaforme, riguardanti la commercializzazione online di prodotti igienizzanti/disinfettanti per le mani, di mascherine di protezione delle vie respiratorie, di altri prodotti igienico-sanitari e/o di kit per l’autodiagnosi». O ancora, gli oscuramenti disposti nei confronti di alcuni siti internet che mettevano in vendita il farmaco Kaletra (un antivirale per il trattamento delle infezioni da hiv) spacciandolo per un rimedio contro il covid-19.
Nella Relazione vengono citati diversi interventi che hanno per ambito il mercato farmaceutico. E che chiamano in causa le farmacie, non necessariamente per reprimere comportamenti scorretti. E’ il caso, per esempio, della Comunicazione con cui nel marzo 2020 l’Antitrust ha giudicato compatibile con le norme sulla concorrenza l’accordo stipulato da farmacie e parafarmacie con il Commissario straordinario per l’emergenza covid, diretto all’acquisto congiunto di mascherine chirurgiche e alla loro ripartizione pro quota al prezzo negoziato con i fornitori.
Altro intervento, sempre nella primavera 2020, il parere riguardante la norma della Legge di Bilancio sulla sperimentazione della farmacia dei servizi, che secondo l’Autorità garante «potrebbero comportare un’ingiustificata restrizione della concorrenza nel momento in cui non venissero inclusi nella sperimentazione anche gli esercizi commerciali abilitati alla vendita al pubblico dei medicinali sop e otc (cioè le parafarmacie, ndr), con tutte le garanzie prescritte dalla legge». E’ un passaggio tornato oggi di estrema attualità, considerata la causa avviata nelle Marche dalle parafarmacie per essere ammesse allo screening covid con tamponi.
Infine, la Relazione ricorda la segnalazione inviata nel marzo 2021 dall’Antitrust al Governo per la legge annuale su mercato e concorrenza, nella quale sono state formulate «una serie di proposte puntuali volte a valorizzare il contributo che la concorrenza può offrire per riprendere tempestivamente il sentiero della crescita». Tra le aree toccate c’è il settore sanitario e farmaceutico, nell’ambito del quale il Garante auspica l’abolizione delle norme che impediscono al farmacista di utilizzare principi attivi di produzione industriale per la realizzazione dei farmaci galenici e la disposizione che obbliga i distributori intermedi a detenere almeno il 90% delle specialità rimborsate dal Ssn.