La Commissione Ue ha inflitto a Teva una multa da 462,6 milioni di euro per aver prolungato oltre il dovuto la protezione brevettuale di Copaxone, ritardando l’ingresso sul mercato di un medicinale concorrente. L’abuso di posizione dominante da parte di Teva, secondo l’Antitrust europea, si è concretizzato nei mercati di Belgio, Italia, Germania, Olanda, Repubblica Ceca, Spagna e Polonia.
L’intervento di Bruxelles, ha dichiarato in un video Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione Ue con delega alla Concorrenza «contribuisce a mantenere i farmaci a prezzi accessibili, a preservare la scelta terapeutica e a promuovere l’innovazione, a beneficio dei pazienti dell’Ue e dei sistemi sanitari nazionali». Secondo quanto riferisce l’Ansa, sarebbe la prima volta che l’Unione europea commina una multa di questo tipo.
L’abuso di posizione dominante si è verificato nei mercati del glatiramer acetato (il principio attivo contenuto nel Copaxone). Teva, ha spiegato Bruxelles, avrebbe utilizzato «in modo improprio le procedure di brevetto» estendendo artificialmente la protezione e manipolando quindi le regole e le procedure dell’Ufficio europeo dei brevetti (Epo). Ma non basta: Teva infatti avrebbe anche «implementato una campagna sistematica denigratoria contro un medicinale concorrente a base di glatiramer acetato (con una molecola prodotta dall’olandese Synton) per il trattamento della sclerosi multipla, diffondendo informazioni fuorvianti sulla sua sicurezza, efficacia ed equivalenza terapeutica con Copaxone», nonostante le autorità sanitarie competenti avessero approvato il farmaco.
Bruxelles ritiene che la condotta di Teva, durata tra 4 e 9 anni a seconda del mercato d’azione, potrebbe aver impedito la diminuzione dei prezzi di listino, con un impatto negativo sui bilanci della sanità pubblica La casa farmaceutica israeliana ha reagito con fermezza, dicendosi «profondamente delusa» dalla decisione dell’Ue e anticipando «una vigorosa difesa» in appello. Eppure, non è la prima volta che Teva e la Commissione sono ai ferri corti. Nel 2020, la multinazionale e l’ex rivale Cephalon sono stati multati congiuntamente per 60,5 milioni di euro per concordato di ritardare l’ingresso nel mercato Ue di una versione generica di un farmaco per i disturbi del sonno, il Modafinil. Nello stesso anno gli investigatori dell’Antitrust Usa hanno multato l’azienda per 1,2 miliardi di dollari per pratiche anticoncorrenziali in relazioni al medesimo farmaco.