I vaccinati positivi ma asintomatici vanno devono continuare a essere inclusi tra i contagi oppure è meglio tenerli fuori, magari per abbassare l’asticella e “raffreddare” i colori di qualche regione? E’ il dilemma del momento, che vede alcuni politici locali già schierati per l’esclusione: tra questi l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato (foto), che chiede per gli asintomatici completamente vaccinati una «mini-quarantena» di cinque giorni. «Io credo» spiega «che bisogna semplificare le procedure: negli Usa per questi casi la quarantena finisce dopo cinque giorni. Se il Cts sposasse questa linea, non servirebbe contare gli asintomatici».
D’accordo il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani: l’ipotesi di non conteggiare gli asintomatici tra i nuovi casi positivi di Covid «va nella direzione per la quale in Toscana abbiamo fatto le tre ordinanze di semplificazione. Io – che mi sto caratterizzando come il presidente delle semplificazioni – non avrei che da aggiungere un altro tassello nel momento in cui lo Stato, perché è lo Stato che ce lo consente, ci dice di farlo».
La desione finale dovrebbe arrivare dalla seduta del Comitato tecnico-scientifico in programma oggi, ma intanto c’è anche chi si schiera per il no. E’ il Caso dell’Istituto superiore di sanità, che in un elenco di Faq (domande più frequenti e relative risposte) pubblicato sul proprio sito ribadisce: «La sorveglianza dovrebbe includere tutti i positivi». In questa emergenza, è il ragionamento, rimane della massima importanza «monitorare i casi attraverso la sorveglianza»; tutt’altra cosa, invece, sono «i criteri con cui si decidono le indicazioni per casi e contatti». Insomma, conteggiare anche i vaccinati positivi ma asintomatici serve ad avere una mappa fedele della situazione.