«L’innovazione deve raggiungere tutti i cittadini senza distinzione tra ricchi e poveri, Nord e Sud. La riforma dell’Aifa sta dando risultati, tanto che per l’autorizzazione di un nuovo farmaco occorrono oggi 250 giorni anziché 500, ma in questo serve anche il sostegno alle Regioni che hanno un ruolo cruciale». Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo ieri all’Assemblea pubblica di Farmindustria. Alle sollecitazioni dei produttori per riscrivere la nuova legislazione farmaceutica europea, il Ministro ha risposto ricordando che nella proposta di riforma «ci sono degli aspetti positivi e negativi, sui quali siamo intervenuti: è chiaro che occorre rimettere al centro l’innovazione e la competititività senza limitare gli investimenti dell’industria farmaceutica». E sulle carenze, ha ricordato che il fenomeno risale al 2021. «È un problema globale, in Aifa abbiamo un tavolo che si occupa di questo e si sta muovendo anche l’Europa. Le materie prime sono finite in Cina e India e non possiamo dipendere da questi Paesi per l’approvvigionamento».
Di legislazione europea ha parlato anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: «Vedremo con il nuovo Parlamento Ue e la nuova Commissione i passi da compiere» ha osservato «dobbiamo tutelare la salute e le imprese, fare in modo che ci sia sempre grande equilibrio». Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha invece inviato all’Assemblea un messaggio nel quale invita le imprese a fare sistema per essere più attrattivi. «Per la prima volta la Cina ha superato l’Europa nello sviluppo di nuovi farmaci e adesso tallona gli Stati Uniti» ha ricordato Urso «è il momento di lavorare per difendere le nostre competenze e la nostra capacità di fare ricerca».
In concomitanza con l’Assemblea, infine, il presidente di Farmindustria Marcello Cattani e il ministro dell’Università e della Ricerca, Annamaria Bernini, hanno siglato un protocollo d’intesa per favorire la formazione di professionalità altamente qualificate e specializzate, attraverso la partecipazione delle imprese alle attività formative universitarie, post-universitarie e alla didattica integrativa. «È un accordo di collaborazione in cui crediamo molto» ha rimarcato Bernini «la nostra università deve essere in grado di cogliere il cambiamento».