Non c’è nessuna «pubblicità ingannevole» a beneficio delle farmacie del territorio dietro all’accordo sulle ffp2 a «prezzo concordato». E’ quanto scrive Assofarm nel comunicato diffuso ieri per replicare al corsivo pubblicato il giorno prima dal direttore del quotidiano Domani, Stefano Feltri: nell’articolo, il giornalista sosteneva che il protocollo del Commissario per l’emergenza covid fosse in realtà «una fenomenale campagna di comunicazione» il cui effetto è stato quello di «far pensare agli italiani che la farmacia sia il posto dove comprare le mascherine al prezzo più basso possibile (non è vero)».
«Nessuno» è la risposta di Assofarm «ha mai detto che l’iniziativa in questione avrebbe prodotto il prezzo più basso sul mercato. Il senso ultimo del progetto risiede invece nel rendere disponibili presso circa 20mila farmacie mascherine ffp2 ad altissima protezione e tracciabilità a un prezzo di circa la metà rispetto a quello precedente l’entrata in vigore dell’accordo. A un ottimo prezzo si garantisce così massima sicurezza e facile reperibilità ai cittadini».
Per l’associazione delle farmacie comunali, poi, è sbagliato credere «che tale operazione procuri nuova clientela alle farmacie. L’esperienza dei tamponi lo dimostra: la loro somministrazione ha distratto i farmacisti da attività più remunerative e la presenza di file di persone in attesa dei test ha spesso scoraggiato le persone ad entrare nelle farmacie. Se Stefano Feltri fosse più informato sul nostro settore, saprebbe che l’attività strettamente commerciale della farmacia è un fronte non primario per il nostro settore».
Assofarm, infine, respinge anche l’accusa di Feltri secondo la quale le farmacie sarebbero un modello di «bassa efficienza e alto potere di mercato, dovuto al fatto che il settore è organizzato in monopoli locali garantiti per legge». La pianta organica e l’esclusiva distributiva dei farmaci con ricetta, è la replica dell’Associazione «sono elementi che garantiscono l’accesso al farmaco anche ai nostri concittadini che vivono in aree isolate e tutelano il sistema da derive commerciali presenti in altri Paesi che hanno abbracciato logiche puramente “efficientiste». Le farmacie comunali italiane, in sostanza, «considerano davvero offensivo che qualcuno interpreti la risposta a un invito del Commissario per l’emergenza covid come una piccola mossa opportunistica. Il sostegno ricevuto da diverse associazioni di consumatori e il fatto che diversi farmacisti abbiano sollevato dubbi sulla “convenienza” dell’operazione, testimoniano come dietro questa operazione non ci siano calcoli di alcun tipo ma l’ennesima presa di responsabilità civile e sanitaria delle farmacie private e pubbliche del nostro Paese».