L’indicazione formulata dall’Aifa per il vaccino anti-covid di AstraZeneca rimane quella espressa dalla Commissione tecnico-scientifica nella seduta del 30 gennaio, che ne suggerisce l’impiego nella popolazione 18-55 anni senza patologie gravi. E’ la precisazione diffusa ieri dall’Agenzia del farmaco dopo alcune notizie di stampa che in giornata avevano attribuito alla Cts valutazioni favorevoli anche all’uso negli over 55.
«In attesa di ulteriori studi» chiarisce invece l’Aifa «l’indicazione del vaccino AstraZeneca resta preferenzialmente per la popolazione tra i 18 e 55 anni e senza patologie gravi, per la quale sono disponibili dati più solidi. Si attendono maggiori evidenze sul rapporto beneficio/rischio prima di suggerirne la somministrazione nei soggetti di età più avanzata».
Le Regioni, tuttavia, non fanno salti di gioia davanti all’ipotesi di dover rivedere i piani vaccinali, che nelle fasi a venire coinvolgono anche medici di mg e farmacie: «L’Aifa, assieme forse a pochi altri paesi europei, ha posto una limitazione all’utilizzo del vaccino per gli over 80» ha detto ieri all’AdnKronos il governatore della Puglia, Michele Emiliano «sembra incredibile ma il vaccino di cui avremo più disponibilità non può essere impiegato per la fase a seguire, quella degli over ’80». «Per gli ultraottantenni in Piemonte» rincara il governatore del Piemonte, Alberto Cirio «avevamo immaginato un Vaccine day in questi giorni, perché era legato all’utilizzo del vaccino AstraZeneca. Abbiamo fatto un accordo con medici di base e farmacie, in cui abbiano definito chi fa cosa e a quale prezzo, avevamo l’esercito dei vaccinatori pronto a partire. Quello che poi è mancato è stata la benzina, le munizioni per questo esercito, perché su AstraZeneca c’è stata la doccia fredda della limitazione ai 18-55enni». Aggiornamenti anche in Lombardia, dove si sta valutando di indirizzare AstraZeneca nella fase 1b della campagna a farmacisti, forze dell’ordine, personale scolastico, addetti alla giustizia, trasporto pubblico locale».
Critico nei confronti dell’Aifa pure il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri: «Ieri ho scritto al direttore generale dell’Agenzia per chiedergli di rivedere il limite dei 55 anni, che peraltro è suggerito e non mandatorio» ha detto alla trasmissione I Fatti Vostri su Rai2 «andrebbe allineato alla Germania, che ha indicato la soglia dei 65 anni». Indicare un limite massimo di età, ha proseguito Sileri, «è una precauzione in questo momento, ma deve durare poco, soprattutto se gli studi confermeranno che questo vaccino è efficace e sicuro per tutte le età, a partire dai 18 anni».