Ieri sera la Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa ha dato via libera alla somministrazione del vaccino AstraZeneca anche agli individui con età compresa tra i 55 e i 65 anni. A riferirlo un lancio dell’agenzia Ansa diffuso ieri in serata, secondo il quale l’ufficializzazione arriverà domani con una circolare del ministero della Salute. Agli over 65 e alle persone con fragilità, invece, continueranno a essere somministrati i vaccini a mRna di Pfizer e Moderna.
Intanto si intensifica nel mondo della medicina e della ricerca il dibattito su efficacia e attendibilità del vaccino AstraZeneca. In un’intervista all’agenzia stampa Dire, il presidente dell’Irbm di Pomezia Piero Di Lorenzo difende il prodotto anglo-svedese: uno studio di prossima pubblicazione sulla rivista Lancet certifica che «l’efficacia del vaccino rispetto alla malattia grave, cioè all’eventuale ospedalizzazione, è del 100%. Vale a dire che il soggetto cui viene inoculato non sarà ricoverato né finirà in terapia intensiva». Gli stessi dati, inoltre, dimostrano che «l’inoculazione della prima dose ha efficacia pari al 73%, con la seconda a 12 settimane si arriva all’82%».
Il vaccino, in sostanza, è «assolutamente efficace e sicuro» e i casi riportati dalla stampa di medici che si sono riufitati di farsi vaccinare con l’AstraZeneca sono casi sporadici. «Ho letto un articolo dal titolo “I medici rifiutano i vaccini di Astrazeneca”» racconta Di Lorenzo «il giornalista partiva con il plurale, quindi passava al singolare e infine riportava il caso di un singolo medico in fila all’hub di Fiumicino che voleva sapere perché non veniva vaccinato con il Comirnaty di Pfizer».