Dovrebbe arrivare oggi l’aggiornamento del ministero della Salute sui nuovi limiti d’età da osservare nella somministrazione del vaccino AstraZeneca e forse anche di J&J, basato su «vettore adenovirale» come il primo. E’ l’anticipazione che compare sulle prime pagine di buona parte dei quotidiani nazionali accanto alla notizia del decesso della 18enne ligure che due settimane fa si era vaccinata con Vaxzevria e domenica è stata ricoverata per trombosi al seno cavernoso e conseguente emorragia cerebrale.
Secondo il Corriere della Sera, in particolare, da esperti e Ministero dovrebbe arrivare l’indicazione di limitare il vaccino anglosvedese soltanto agli over 60, ma non è escluso che la soglia possa essere anche abbassata ai 50 anni. E il tenore della disposizione non sarebbe più quello di un «uso preferenziale», ma di una «forte raccomandazione».
Il quotidiano milanese, tuttavia, rivela che una decisione definitiva tarda ad arrivare perché al Ministero c’è un certo imbarazzo ad avallare un nuovo cambiamento di rotta sull’AstraZeneca: Speranza vorrebbe una presa di posizione diretta della Cts e ieri al Senato ha detto di essere in attesa del parere della Commissione. Questa, a sua volta, starebbe temporeggiando perché ritiene di avere già espresso a suo tempo le proprie valutazioni scientifiche sulla questione Vaxzevria e quindi ora tocca soltanto al Ministero decidere il da farsi. E poi c’è il problema delle seconde dosi: agli under 50 già vaccinati con AstraZeneca, che cosa si dovrà dare a questo punto?
Intanto molte Regioni hanno fatto rapidamente marcia indietro sugli open day rivolti ai più giovani, che avrebbero dovuto servire più che altro a smaltire una parte delle giacenze di Vaxzevria. E se qualche governatore ricorda che il via a questi “vaccination day” era arrivato dal commissario per l’emergenza covid, generale Figliuolo, altri invece chiedono ora da Ministero e Cts un’indicazione chiara e univoca sul perimetro da dare alla vaccinazione con AstraZeneca e J&J. Anche in farmacia, ovviamente.
