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AstraZeneca, il Ministero alza la soglia a 65 anni. Icardi: Pfizer ai più anziani

24 Febbraio 2021

Si alza fino ai 65 anni il limite d’età sotto al quale può essere somministrato il vaccino AstraZeneca. Lo dispone la circolare diffusa ieri dal ministero della Salute per recepire l’aggiornamento adottato la settimana scorsa dall’Aifa. Le nuove indicazioni ricomprendono tra i soggetti ammessi alla vaccinazione con l’AstraZeneca anche i pazienti in «condizioni che possono aumentare il rischio di sviluppare forme severe di covid», ma escludono gli individui «estremamente vulnerabili». Secondo quanto scrive il Ministero, le evidenze scientifiche che hanno suggerito l’aggiornamento della fascia d’età (inizialmente l’Aifa aveva consigliato la somministrazione ai 18-55enni) «rivelano dati di immunogenicità in soggetti di età superiore ai 55 anni e stime di efficacia del vaccino superiori a quelle precedentemente riportate».

La circolare del Ministero è stata accolta con soddisfazione dal coordinatore degli assessori regionali alla Salute, Luigi Genesio Icardi. «Con questo via libera» ha commentato «la campagna vaccinale covid riceve un’accelerazione importante. E’ il provvedimento che le Regioni avevano invocato all’unanimità al ministro Speranza attraverso la Commissione salute della Conferenza delle Regioni, per allineare l’Italia alle modalità adottate negli altri Paesi europei. Si potranno quindi destinare le forniture Pfizer, che invece richiedono somministrazioni in apposite strutture vaccinali attrezzate per mantenere una catena del freddo decisamente più complessa, alla popolazione più anziana».

I dati sulla sicurezza, ricorda in una nota la Regione Piemonte, indicano che il vaccino AstraZeneca è ben tollerato e «le reazioni transitorie locali e sistemiche (febbre, sintomi simil-influenzali, mal di testa o dolori alle braccia) sono paragonabili a quelle evidenziate da altri vaccini. Le reazioni appaiono meno frequenti dopo la seconda dose».

Intanto la campagna vaccinale prosegue in tutto il Paese a velocità differenti: sono quasi 5,2 milioni, riferisce un rapporto del Ministero, le dosi consegnate finora all’Italia e distribuite alle Regioni, un milione delle quali provenienti da AstraZeneca. Le somministrazioni ammontano a 3.647.651, per un totale di 1.338.877 persone immunizzate con due dosi. La Valle d’Aosta ha consumato il 91,9% delle dosi ricevute, la Toscana l’80,9%, la Calabria il 55,3%.

E resta il problema forniture, sul quale è un corso un confronto tra Governo e Regioni: «La strada è quella di aiutare l’industria farmaceutica italiana per produrre nei nostri siti il vaccino, sarebbe una svolta» ha detto ieri il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti «qui produrremo il vaccino italiano, abbiamo finanziato la ricerca scientifica. Questa strada, che il governo con Giorgetti ha iniziato a intraprendere, credo possa essere una svolta».