Italia, Germania e Francia hanno sospeso ieri le somministrazioni del vaccino AstraZeneca in via precauzionale, in attesa che l’Ema concluda le proprie verifiche sulla sicurezza del vaccino. I tre Paesi si aggiungono a Danimarca, Islanda, Norvegia, Irlanda e Olanda, che avevano adottato lo stesso provvedimento nell’ultimo fine settimana, ma la decisione ha comunque suscitato perplessità e critiche. L’Agenzia europea dei medicinali, alla quale Italia, Germania e Francia si sono rimesse, aveva ribadito ancora ieri che «un’indagine è in corso, ma intanto rimane l’indicazione che i benefici del vaccino AstraZeneca superano i rischi di effetti collaterali». «Ad oggi» ha aggiunto l’Oms in una dichiarazione all’Oms «non ci sono prove che i casi riscontrati nei giorni scorsi in alcuni Paesi siano causati dal vaccino ed è importante che le campagne di vaccinazione continuino in modo da poter salvare vite umane e arginare il virus».
Il Regno Unito, ossia il Paese dove il vaccino AstraZeneca è stato più somministrato, con oltre 11 milioni di dosi dall’inizio della campagna, non ha disposto alcuna sospensione e anzi i suoi dati hanno fatto da base alle statistiche riportate domenica dall’azienda farmaceutica anglosvedese: su 17 milioni di persone vaccinate con il suo prodotto in Ue e Uk, i casi di trombosi venosa profonda osservati dopo l’inoculazione ammontano a 15 e gli eventi di embolia polmonare a 22, per un’incidenza persino inferiore al tasso normale di eventi che statisticamente si verificano in popolazioni della stessa dimensione. «Stiamo esaminando i rapporti» ha detto Phil Bryan, dirigente della Mhra (l’Aifa britannica) «ma le prove disponibili non autorizzano a ritenere che ci sia una relazione tra somministrazioni e casi di coagulazione».
Il Regno Unito mette sul tavolo anche altri dati: una singola dose dell’AstraZeneca, dicono le statistiche del Public Health England, riduce il rischio di ospedalizzazione da covid-19 di oltre l’80% nelle persone di età superiore agli 80 anni.
Intanto in Italia, Germania e Francia fa discutere il fatto che i governi abbiano fermato le vaccinazioni dopo avere assicurato per giorni che l’AstraZeneca era sicuro. E’ il caso, per esempio, del ministro della Sanità tedesco, Jens Spahn, che ieri pomeriggio ha comunicato alla stampa la decisione di sospendere il vaccino in seguito a una nota dell’Istituto Paul Erlich: soltanto quattro giorni prima, l’11 marzo, l’ente di ricerca aveva fornito dati rasserenanti sulla sicurezza dell’AstraZeneca; ieri, invece, ha segnalato sette nuovi casi di evento tromboembolico post-vaccinazione, tutti caratterizzati «da una forma speciale di trombosi venosa cerebrale molto rara (trombosi della vena sinusale) in connessione con carenza di piastrine (trombocitopenia) e sanguinamento». In attesa di ulteriori analisi, è la raccomandazione dell’Istituto, «le persone che hanno ricevuto il vaccino covid-19 di AstraZeneca e, a quattro giorni di distanza, continuano a lamentare mal di testa gravi e persistenti o sanguinamento cutaneo puntiforme devono rivolgersi subito al loro medico».
Anche l’Aifa ha dovuto rettificare la propria linea: dopo avere dichiarato due giorni fa che «i casi di decesso verificatisi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno un legame solo temporale» e «l’allarme legato alla sicurezza del vaccino AstraZeneca non è giustificato», l’Agenzia ha diffuso ieri un comunicato che ufficializza «il divieto di utilizzo del vaccino su tutto il territorio nazionale». Si tratta, chiarisce l’Agenzia, di un provvedimento adottato «in via del tutto precauzionale e temporanea», in attesa degli «approfondimenti attualmente in corso: l’Aifa, in coordinamento con Ema e gli altri Paesi europei, valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati».
Secondo il tedesco Spahn, l’Agenzia europea dei medicinali potrebbe esprimere una valutazione già entro la fine della settimana: «Se l’approvazione del vaccino verrà confermata» ha spiegato «le somministrazioni riprenderanno subito».