La Tutela della salute potrebbe entrare nell’elenco delle materie che il Governo potrà integralmente trasferire alle Regioni nell’ambito dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. È quanto prevede la bozza di ddl che il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, si accinge a presentare ai governatori con l’obiettivo di rimettere in moto il processo di “devolution” avviato dal primo governo Conte e poi interrotto dalla pandemia.
Il testo, anticipato da Quotidiano Sanità, definisce il percorso delle intese che ogni Regione dovrà stipulare con lo Stato per ottenere il trasferimento integrale delle competenze di proprio interesse: per alcune di queste occorrerà l’approvazione da parte del Governo dei livelli essenziali delle prestazioni (non è il caso della Salute perché ci sono già i Lea), mentre per quanto riguarda le risorse i finanziamenti verranno quantificati base alla pesa storica in attesa che venga definito un sistema di costi e fabbisogni standard.
Per le farmacie l’interesse è diretto: come sancito dalla sentenza della Corte costituzionale del 2014 sui farmaci di fascia C, infatti, «il regime delle farmacie rientra a pieno titolo nella materia “Tutela della salute”» ed è da questo principio che discendono norme come quelle della pianificazione delle sedi sul territorio. Intanto alcune Regioni, in particolare del Sud, hanno già espresso il proprio dissenso nei confronti della bozza di ddl. «Non ci sono margini d’intervento, è inemendabile» ha detto il presidente della Campania, Vincenzo De Luca «il nostro dissenso è totale».