Regioni spaccate sul parere formulato ieri in Conferenza unificata riguardo al disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Hanno votato a favore tutti i governatori del centrodestra, si sono invece espressi contro i presidenti di Campania, Emilia-Romagna, Puglia e Toscana. «Alcune regioni si sono differenziate dalla maggioranza» ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga «mi auguro che con il prosieguo del processo che vedrà l’attuazione dell’autonomia differenziata si possa trovare una ricomposizione con le regioni che oggi hanno espresso parere contrario».
«Le Regioni con governi di centrodestra hanno votato un disegno di legge contro il Sud e contro la Costituzione» è invece il commento che arriva dalla Campania «ribadiamo che prima di tutto occorre garantire diritti basilari, universali ed essenziali in modo uniforme a tutti i cittadini italiani . Amareggia che le altre Regioni del Sud, con governo di centrodestra, abbiano fatto prevalere logiche di partito, allineandosi alle posizioni leghiste e nordiste a danno delle comunità meridionali».
«La Puglia ha espresso parere contrario al ddl Calderoli e ne ha chiesto il ritiro» ha aggiunto ieri in una dichiarazione il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano «abbiamo l’impressione della continua accelerazione su un processo del quale non si conosce l’esito. Si rischia di avere a breve un Paese nel quale un’impresa, una famiglia, un cittadino, muovendosi sul territorio nazionale rischia di avere come interlocutore, per materie importantissime, a volte lo Stato e a volte le Regioni, dal punto di vista sia legislativo sia amministrativo».
Come si ricorderà, il ddl Calderoli disegna il percorso legislativo e amministrativo con cui le Regioni a statuto ordinario possono richiedere allo Stato la competenza diretta su materie aggiuntive attualmente riservate al governo centrale, tra le quali la sanità.
Anche i comuni hanno espresso in Conferenza unificata la loro posizione sul disegno di legge. Come recita una nota dell’Anci, Il documento presentato «ribadisce che l’architettura costituzionale della Repubblica si fonda sulle Regioni, sulle Province, sulle Città metropolitane e sui Comuni in modo equi-ordinato, e che l’articolo 116 della Carta va letto e attuato in piena sintonia con gli altri articoli del Titolo V, in un contesto di tutela dell’unità giuridica ed economica della Repubblica e di garanzia».