Più autonomia per aiutare il rilancio del territori, non per spaccare o dividere il Paese. Lo ha ripetuto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, alla XIX conferenza nazionale dei Piccoli Comuni organizzata dall’Anci. «Ce ne vorrebbe di più per prendere decisioni importanti» ha detto «a vantaggio delle amministrazioni locali, dei comuni e di tutti quelli che hanno amore per il proprio territorio». Intanto a Roma il percorso istituzionale delle richieste di autonomia differenziata presentate da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna vanno avanti: le tre Regioni si sono incontrate mercoledì 3 luglio con il Governo per un primo confronto diretto sui dossier dai quali dovranno scaturire le intese; sono stati chiariti alcuni punti ma l’accordo ancora non c’è, tanto che per lunedì prossimo è già stato fissato un secondo incontro.
«Ho scritto e detto in tutti i modi che non vogliamo un euro in più dallo Stato né dalle altre Regioni» ha commentato dopo il summit il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini «ma chiediamo al contrario di poter gestire autonomamente quanto già oggi lo Stato spende per determinate funzioni sul nostro territorio». C’è anche una questione di metodo, poi: «Non è possibile che nessuno vada a controllare come spendono i soldi le Regioni a statuto speciale, mentre le Regioni come l’Emilia-Romagna non possano essere premiate quando dimostrano di essere virtuose. Per gli emiliano-romagnoli vogliamo che passi il principio che se sei una Regione virtuosa, se hai i conti in ordine e hai dei servizi sanitari di qualità, è giusto cominciare a essere premiati».