L’assistenza farmaceutica potrebbe restare esclusa dalle materie sulle quali Governo e Regioni capofila (Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna) stanno cercando l’accordo per le cosiddette autonomie differenziate, la devoluzione di competenze prevista dall’articolo 116 della Costituzione. E’ l’ultimo aggiornamento proveniente dal tavolo dove si sta faticosamente trattando l’intesa finale sulle competenze aggiuntive da delegare alle tre Regioni: secondo le indiscrezioni trapelate negli ultimi due giorni, tra le parti rimane ancora una distanza che si riuscirà a colmare soltanto se Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna rinunceranno ad alcune delle materie sulle quali avevano richiesto l’autonomia differenziata.
Tra le competenze che il Governo vorrebbe escludere dall’intesa c’è l’assistenza farmaceutica: come si ricorderà, la richiesta delle tre Regioni è quella di poter organizzare con maggiore libertà gare di acquisto basate sull’equivalenza terapeutica, ossia mettendo in concorrenza tra loro farmaci con principi attivi differenti; in più, l’Emilia Romagna vorrebbe «autonomia legislativa e amministrativa in ordine alla definizione qualitativa e quantitativa delle forme di distribuzione, anche diretta, dei farmaci, tenuto conto dei differenti regimi assistenziali». Il no più forte a tali richieste è soprattutto del ministro della Salute, Giulia Grillo, che ritiene la materia (spesa farmaceutica) già sufficientemente “regionalizzata”.
L’intesa, in sostanza, dipenderà dalla disponibilità delle due parti a rinunciare a qualcosa per incontrarsi a metà strada e, a quanto pare, le Regioni avrebbero già fatto capire al Governo di essere disponibili a mettere da parte le proposte sulla farmaceutica. L’atto finale dovrebbe andare in scena la prossima settimana, quando governatori e ministri si ritroveranno a Roma per cercare di limare le ultime distanze.