Vanno completate in «tempi rapidi e certi» le ultime tappe del percorso imboccato a primavera da Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia per le autonomie differenziate, l’abbondante iniezione di “devolution” che delegherebbe alle tre Regioni competenze aggiuntive su un esteso pacchetto di materie comprendente la sanità (e l’assistenzafarmaceutica). E’ quanto scrivono i governatori Luca Zaia, Stefano Bonaccini e Attilio Fontana (foto) nella lettera recapitata l’altro ieri al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per rimettere in moto il negoziato con il Governo aperto quest’estate dalle tre Regioni.
Zaia e colleghi, in particolare, esprimono un «giudizio positivo» sul lavoro avviato con il ministero per gli Affari regionali dopo la stipula nel febbraio scorso degli accordi preliminari (con il governo precedente): per questo, «riteniamo siano mature le condizioni perché si possa addivenire finalmente alla sottoscrizione delle intese» finali. Chiusa questa tappa, prosegue la lettera, si potrà passare alla stesura dei disegni di legge che dovranno recepire gli accordi, da inviare poi alle Camere per l’approvazione.
C’è ancora un bel pezzo di strada da coprire, quindi, ed è per questo che i tre governatori un’accelerazione: «il percorso intrapreso dalle nostre Regioni per l’acquisizione di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione, rappresenta un’opportunità importantissima non solo per i nostri territori e le nostre comunità, ma per l’intero Paese». Per questa via, infatti, è possibile «compiere un passo estremamente importante nel processo di riforma istituzionale e amministrativa della Repubblica, con il quale riordinare e semplificare il funzionamento delle istituzioni e contenere gli oneri di funzionamento macchina pubblica».
Sullo stesso tema è tornato ieri il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in trasferta a Napoli per un incontro bilaterale con il governatore De Luca. «Le Regioni devono avere una reale autonomia di scelta nei propri territori» ha detto «in modo da poter attuare politiche che servano alla gente. Devono essere messe nelle condizioni di gestire il futuro della propria gente autonomamente. Alla fine del mandato di governo, se saremo stati bravi i cittadini ci confermeranno, se stiamo stati capre andremo a fare un altro lavoro».
Come si ricorderà, nelle pre-intese firmate a febbraio le tre Regioni chiedevano competenze aggiuntive che per la Sanità comprendevano la formazione e l’assunzione del personale sanitario e l’organizzazione di gare di acquisto sui farmaci per categorie terapeutiche omogenee. L’Emilia Romagna, in aggiunta, chiedeva ulteriore autonomia nella gestione della distribuzione diretta, da allargare anche a casistiche non ricomprese nella legge 405/2001.