Sono 427.177 (il 10,6% in più rispetto al 2022) le persone che quest’anno sono state costrette a chiedere aiuto a una delle 1.892 associazioni assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere farmaci e cure. È quanto emerge dall’XI Rapporto dell’Osservatorio sulla povertà sanitaria, realizzato con il contributo incondizionato di Ibsa Farmaceutici e Aboca, presentato ieri a Roma. Nel 2022, dicono i dati, la spesa farmaceutica complessiva ha toccato i 22,46 miliardi di euro, dei quali solo 12,5 miliardi coperti dal Ssn. Gli altri (9,9 miliardi) sono stati pagati dalle famiglie, che dal 2007 hanno visto crescere la quota di spesa a loro carico di 1,84 miliardi di euro (+22,8%).

«Quest’anno» ha commentato alla stampa Sergio Daniotti, presidente della fondazione Banco Farmaceutico Ets «ci preme sottolineare che tante persone in condizioni di povertà non riescono ad accedere alle cure non solo perché non hanno risorse economiche, ma anche perché, spesso, non hanno neppure il medico di base, non conoscono i propri diritti in materia di salute o non hanno una rete di relazioni e di amicizie che li aiuti a districarsi tra l’offerta dei servizi sanitari». A compromettere lo stato di salute di chi è economicamente vulnerabile, in particolare, contribuisce la rinuncia a effettuare visite specialistiche, che è cinque volte superiore al resto della popolazione.