Le farmacie tornano nel radar del Governo per le prossime tappe di una campagna vaccinale che continua a cercare il cambio di passo ma per il momento procede a fatica: secondo i dati di Our World in Data, sito di dati e statistiche partecipato dall’Università di Oxford, in Italia sono stati somministrati finora 4,6 milioni di vaccini (al due marzo), a fronte dei 21,3 milioni del Regno Unito, dei 6,6 milioni della Germania e dei 4,7 milioni della Francia. In sintesi non siamo più tra i Paesi che procedevano con maggiore lena, com’era a gennaio, e i ritardi nelle consegne da parte delle aziende che producono i vaccini possono essere un alibi soltanto in parte: i rinvii infatti colpiscono tutti, non soltanto l’Italia, quindi non si capisce per quale motivo i nostri vicini procedono più veloci. Poi a suggerire che le cose non vanno come dovrebbero c’è lo scarto tra dosi ricevute e somministrate: sono 4,7 milioni, dice l’Aifa, i vaccini inoculati al 3 marzo e 6,5 milioni quelli consegnati al nostro Paese; in sostanza, 1,8 milioni di dosi stanno ferme nei magazzini.
Per accelerare, il Governo sta lavorando a un decreto che dovrebbe essere approvato la prossima settimana e che tra le disposizioni detterebbe nuovi indirizzi per la campagna vaccinale: dalle anticipazioni di stampa, l’orientamento sarebbe quello di fare propria la linea imboccata dalla Gran Bretagna, dove viene data la massima priorità alla somministrazione della prima dose per assicurare una prima protezione a quante più persone possibile (ma in Aifa e Consiglio superiore di sanità prevarrebbe una certa cautela). Dovrebbe arrivare anche uno stop all’anarchia delle priorità, lasciata finora alle Regioni con il risultato che ognuno vaccina per fasce d’età o categorie un po’ come gli pare.
E dovrebbero anche arrivare rinforzi in personale e risorse per incrementare il ritmo delle vaccinazioni: l’obiettivo è di arrivare ad almeno 600mila somministrazioni al giorno e per questo – secondo quanto scrive l’Adnkronos – il governo stanzierà due miliardi di euro e metterà a disposizione delle Regioni una cospicua parte dei 300mila volontari della Protezione civile.
In questo quadro, sempre secondo le anticipazioni di stampa, sarebbe previsto il coinvolgimento prima dei medici di famiglia e, in un secondo tempo, delle farmacie, ma a parte questo di più ancora non si sa. Intanto ieri il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e Farmindustria sono tornati a incontrarsi in merito al progetto di avviare una linea di produzione nazionale che incrementi la disponibilità di vaccini anti-covid. L’ipotesi cui si sta lavorando è quella di costituire un pool di aziende che contribuisca, di concerto con gli altri Paesi Ue, alla produzione delle materie prime e degli altri componenti, così come all’infialamento. In quest’ultimo caso ci sarebbero imprese già pronte a partire, per la produzione delle sostanze servirebbero 4/6 mesi di preparativi. Intanto dall’Ema arriva la notizia che il parere del Chmp sul vaccino Janssen dovrebbe arrivare l’11 marzo.