La commercializzazione di cannabis sativa L e, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio e resina ottenuti dalla coltivazione di tale varietà di canapa, non rientra nell’ambito di applicazione della legge 242/2016. E’ quanto affermano le sezioni unite penali della Cassazione nel verdetto emesso ieri su una causa innescata da un provvedimento di sequestro.
Per la Suprema corte, in sostanza, «integrano reato la vendita e, in genere, la commercializzazione al pubblico, a qualsiasi titolo, dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis sativa L, salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante». Toccherà dunque ai giudici di merito, di volta in volta, valutare «l’efficacia drogante» del prodotto.