Rispetto alle carenze che si registrano in Italia per alcuni farmaci, «la disponibilità di medicinali equivalenti sul mercato permette, nella maggior parte delle situazioni, di garantire comunque ai cittadini l’accesso alle cure». Lo ha detto ieri alla camera il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, rispondendo a un’interrogazione della deputata Pd Ilenia Malavasi: «Sono 399 i farmaci carenti per i quali l’Aifa può autorizzare l’importazione» aveva scritto la rappresentante dem «e 2.577 quelli che si possono sostituire con prodotti equivalenti». In sostanza, «tra sostituzioni e cambi vari, sono circa 300 le reali carenze di farmaci, 30 quelli che presentano maggiore criticità», tra i quali l’Accofil, l’Edevixin, l’antibiotico Zinnat e il Creon per la cura delle pancreatiti.
Nella sua replica, Gemmato ricorda il Tavolo tecnico istituito dal Ministero sulle carenze, «che dialoga sistematicamente con i principali attori del farmaco compresa l’Aifa» e «il monitoraggio continuo dei consumi, delle forniture attese e delle giacenze da parte dea stessa Aifa», in base al quale si valutano gli interventi da mettere in campo.
Il dicastero, inoltre, assicura «controlli sul territorio, comunicazione al pubblico e agli operatori, formazione e sviluppo di apposite linee guida volte ad aumentare l’accesso agli strumenti già disponibili, come i farmaci equivalenti, i galenici, i farmaci di importazione e, per ultimo, i farmaci ad approvvigionamento diretto presso le aziende farmaceutiche da parte di tutte le farmacie».
Infine, ha concluso Gemmato, va ricordato il progetto DruGhost, «strumento operativo attivo dal 2022 che ha la finalità di mappare e quantificare il fenomeno delle indisponibilità dei medicinali attraverso un database nazionale che raccoglie le segnalazioni sull’indisponibilità di un determinato farmaco». Il sistema invia un alert alle aziende produttrici in caso di «temporanea indisponibilità, così da poter velocizzare la risoluzione del problema di consegna».