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Case di comunità, la cassa dei medici finanzierà le aperture spoke

22 Settembre 2023

Il piano di aperture delle oltre 1.400 Case di comunità previste dal Pnrr segna il passo – come ha certificato nei giorni scorsi l’ultimo monitoraggio di Agenas – e allora la cassa di previdenza dei medici scende in campo per supplice con l’iniziativa privata alle lentezze del pubblico. È la sintesi del progetto che l’Enpam ha presentato l’altro ieri a Riccione nella cornice della convention nazionale della Simg, la Società italiana di medicina generale e delle cure primarie: i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta che vogliono organizzarsi in una Casa di comunità “spoke” (ossia le strutture periferiche destinate a operare in modo complementare con una Casa di comunità “hub”, in rapporto di quattro a una) non dovranno attendere che distretti e Asl assegnino loro una sede ma potranno affittarla o prenderla in leasing con il sostegno dell’Enpam. Con la possibilità di ospitare all’interno anche altri specialisti e professionisti sanitari, il personale e gli infermieri di studio.

In particolare, i medici interessati – che siano già organizzati in una medicina di gruppo oppure intendano farlo – potranno individuare l’immobile da destinare a Casa di comunità spoke; i locali verranno quindi acquistati, ristrutturati e attrezzati da un fondo immobiliare e dato in affitto o in leasing agli stessi medici che ci lavoreranno. «Non necessariamente bisognerà partire da zero» avverte la cassa privata «si potranno utilizzare anche coop o società esistenti e/o convertire studi professionali già funzionanti». Nel caso di leasing – che si differenzia dall’affitto perché alla fine permette ai medici di diventare proprietari – è poi prevista la possibilità di farsi aiutare dal Fondo di garanzia per i liberi professionisti, co-finanziato da Enpam. «Gli studi professionali organizzati in Case di comunità “spoke”» avverte ancora l’Enpam «saranno naturalmente connessi con le Case di comunità “hub”».

«Oggi stiamo vivendo un maxi esodo dei medici di medicina generale» osserva il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti «ma le nuove leve sono adatte, motivate e formate per lavorare in team e in strutture più moderne, accessibili, connesse, integrate e sicure, anche per affrontare pandemie. Così i cittadini continueranno a scegliere un medico di fiducia in una struttura vicina a casa, a poterlo vedere senza pagare ogni volta che servirà, con l’aggiunta di poter comunque accedere a un collega in caso di prima necessità. Senza bisogno di andare a cercare una Casa di Comunità centralizzata in un’area di oltre 300 chilometri quadrati o ad affollare un pronto soccorso per una situazione non urgente».