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Caso Avastin-Lucentis, dal Consiglio di Stato la parola fine dopo 10 anni di ricorsi

9 Maggio 2023

Arriva la parola fine sul caso Avastin-Lucentis, i due farmaci di Roche e Novartis che una decina di anni fa finirono al centro di un complesso contenzioso legato agli accordi di cartello che le due aziende avrebbero concordato per limitare l’impiego di Avastin in modalità off label nel trattamento di alcune patologie oculari. Con una sentenza pubblicata ieri, il Consiglio di Stato ha infatti respinto gli ultimi ricorsi presentati dai due gruppi confermando le sanzioni (per oltre 180 milioni di euro) inflitte nel 2014 dall’Antitrust italiana.

Contro quella decisione Roche e Novartis presentarono ricorsi prima al Tar Lazio, che li respinse, e poi al Consiglio di Stato, che confermò le sentenze di primo grado dopo avere rivolto alla Corte di giustizia europea alcune questioni pregiudiziali. Poiché la giustizia amministrativa prevede soltanto due livelli di giudizio, questi pronunciamenti avrebbero dovuto chiudere la vicenda. Ma nel 2019 le due aziende hanno impugnato con nuovi ricorsi le sentenze del Consiglio di Stato, che a loro giudizio avrebbe violato «i principi di diritto affermati dalla Corte di giustizia» nella sua pronuncia pregiudiziale. A sostegno, i ricorrenti hanno anche prospettato l’illegittimità costituzionale dei codici di procedura civile e amministrativa, laddove non prevedono la possibilità di ricorrere contro una sentenza che non rispetta «il principio di diritto affermato dalla Corte europea».

I giudici amministrativi di secondo grado si sono allora rivolti un’altra volta ai colleghi europei, che nel 2022 si è pronunciato in senso sfavorevole alle due società: non contrastano con i Trattati e con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione le disposizioni di diritto processuale di uno Stato membro che non consentono alle parti coinvolte in una controversia di chiedere la revocazione della sentenza espressa dall’organo di ultimo grado della giurisdizione amministrativa per la quale aveva investito la Corte Ue di una domanda di pronuncia pregiudiziale.

Nella sentenza pubblicata ieri, il Consiglio di Stato ha dunque dichiarato l’inammissibilità dei ricorsi presentati dalle due società, confermando definitivamente le sanzioni inflitte.