Le farmacie italiane forniscono «un servizio pubblico e i farmacisti sono professionisti della sanità che aiutano i cittadini. Non accetto un sistema che li vorrebbe semplici impiegati». Sono le parole con cui il ministro della Salute, Giulia Grillo, è tornata ieri a parlare della Legge 124/2017 sulla concorrenza e del capitale nella titolarità: «Sono al lavoro per abolire quella norma» ha scritto in un post su Facebook «introdotta dal precedente governo per consegnare la proprietà delle farmacie alle multinazionali». Questi gruppi, prosegue Grillo, «non hanno alcun interesse a svolgere un servizio pubblico, non hanno lo stesso rapporto coi cittadini e in più trattano i farmacisti come semplici operai, perché sono solamente concentrate sui profitti. Questo è il mio impegno» conclude «che porterò avanti senza esitazioni».
L’uscita del Ministro segue di pochi giorni le considerazioni rilasciate dal pentastellato Giorgio Trizzino (l’autore della proposta di legge che limita al 49% la presenza del capitale nella proprietà delle farmacie) durante il suo intervento a Cosmofarma: «Se vogliamo valorizzare la farmacia come presidio sanitario, mettendo al primo posto la professione e non il profitto» ha detto «è necessario che a controllarla siano i farmacisti». Arginare le multinazionali «che trasferiscono i propri profitti all’estero» ha proseguito «significa conservare nel settore risorse necessarie per potenziare il servizio, ammodernarlo, migliorandone l’efficienza, senza snaturarne però la natura e l’approccio professionale nei confronti delle esigenze del cittadino».