Mentre le farmacie attendono il loro turno per trattare sulla loro convenzione, i medici di famiglia chiudono con la Sisac la “pre-intesa” sul nuovo contratto di categoria, che mette sul tavolo 88 milioni di euro e ne promette altri per finanziare la cosiddetta medicina d’iniziativa. Ieri la firma sull’accordo, che però deve ancora completare alcuni passaggi formali: manca ancora il via libera di Governo e Corte dei conti all’atto d’indirizzo, quindi un nuovo passaggio davanti al Comitato di settore e infine l’ok finale della Conferenza delle Regioni.
Intanto i sindacati della mg festeggiano: con la pre-intesa, infatti, i medici di famiglia ottengono lo sblocco degli arretrati per il 2017-2018 e gli incrementi pattuiti sul 2019: con i primi, la quota capitaria dei medici di assistenza primaria (cioè il compenso annuo per paziente a carico) cresce di 1,28 euro dal 2018; con gli aumenti, scatta già da quest’anno un ulteriore aumento di 1,27 euro per assistito, che porta la quota capitaria annuale a 41,32 euro. Nel caso dei medici di Continuità assistenziale (guardia medica), l’adeguamento complessivo tra arretrati e aumenti ammonta a 0,80 euro, che alzano il compenso orario procapite (a far data da gennaio 2019) a 22,86 euro.
Non solo: come detto, la pre-intesa impegna Sisac e sindacati a rivedersi entro la fine dell’anno per pattuire nuovi incentivi su medicina d’iniziativa e forme organizzative della medicina generale. La prima fa riferimento a un modello di gestione “proattiva” del paziente che si dimostra efficace soprattutto nella presa in carico del paziente cronico, le forme organizzative fanno riferimento a medicine di gruppo e Case della Salute.
E le farmacie? Il doppio appuntamento del gruppo tecnico Sisac-Federfarma-Assofarm, dove si dovrebbero affrontare a passo accelerato le questioni formali della nuova convenzione, è slittato dal 4-5 settembre al 12-19 dello stesso mese, per lasciare spazio alla firma della pre-intesa con i medici di famiglia.