Potremmo essere costretti a convivere con la pandemia da covid per un altro anno e mezzo o due. La previsione arriva da un team di scienziati americani guidato dall’epidemiologo Michael T. Osterholm, direttore del Center for infectious disease research and policy dell’Università del Minnesota. Per le loro stime, i ricercatori hanno fatto riferimento alle analogie esistenti tra coronavirus e virus influenzali: in entrambi i casi, scrivono, si tratta di nuovi agenti patogeni contro i quali la popolazione mondiale ha poca o nessuna immunità preesistente; in secondo luogo, Sars-CoV-2 e virus dell’influenza si diffonderebbero principalmente per le vie aeree, ossia goccioline di saliva e aerosol; infine, entrambi sono trasmessi da persone asintomatiche e possono così infettare milioni di persone spostandosi rapidamente in tutto il mondo.
Ci sono però anche differenze importanti: il periodo medio di incubazione è di due giorni per l’influenza e cinque covid, cosa che consente a quest’ultimo di diffondersi in modo più efficiente; poi c’è il valore di R0, ossia la capacità infettiva, che per covid è stimato attorno a 2,0-2,5 (ma potrebbe anche essere superiore) mentre per i virus influenzali è variabile ma di solito non supera 2.
Fatti paralleli e distinguo, i ricercatori hanno concluso che si potrebbe imparare qualcosa dalle grandi pandemie influenzali della storia, quattro delle quali esplose negli ultimi due secoli: 1918-19, 1957, 1968 e 2009-10. Sette, in particolare, si caratterizzano per un veloce raggiungimento del picco massimo, che poi scompare nel corso di pochi mesi senza alcun intervento umano significativo. Segue un secondo picco circa sei mesi dopo il primo e, in alcune di tali pandemie, ulteriori onde più piccole che si protraggono per un paio di anni.
Da tali osservazioni i ricercatori traggono tre possibili scenari per covid.
Scenario 1: il picco di questa primavera sarà seguito da una serie di ondate minori in estate, che si susseguiranno per un periodo da uno a due anni. Questa coda può avere sviluppi e intensità differenti nelle diverse aree geografiche in base alle restrizioni adottate localmente.
Scenario 2: al primo picco ne segue un secondo in autunno o inverno e poi una o più ondate ridotte nel 2021. Questo scenario richiederebbe ulteriori restrizioni in autunno per prevenire la diffusione e ridurre la tensione cui saranno sottoposti i sistemi sanitari. Lo schema è quello dell’influenza spagnola (pandemia del 1918-1919) e di quelle del 1957-58 e 2009/10.
Scenario 3: al primo picco segue una “combustione lenta” caratterizzata da contagi protratti ma senza ondate evidenti. Il modello non è stato osservato in nessuna delle precedenti pandemie, ma per i ricercatori del Cidrp è uno scenario che potrebbe realizzarsi con covid. Non sarebbero strettamente necessarie nuove restrizioni, ma rimarrebbero comunque contagi e decessi.
Il consiglio che gli scienziati rivolgono in chiusura ai politici, è quello di prepararsi per lo scenario peggiore, ossia il secondo, e mettere in campo strategie dirette innanzitutto a proteggere gli operatori sanitari. La pandemia da covid, dice il Cidrp, si protrarrà per 18-24 mesi fino a quando non scatterà l’immunità di gregge, che – nel caso della SARS-CoV-2 – dovrà coinvolgere il 60-70% della popolazione. Non è però ancora chiaro quanto durerà l’immunità acquisita e un vaccino non sarà disponibile prima del 2021.