C’è anche Il Garante della privacy tra le autorità che hanno avviato un’indagine sul massiccio archivio di green pass caricato su eMule, una nota piattaforma di file sharing, perché possa essere scaricato da chiunque. Il caso era venuto fuori nei giorni scorsi, quando alcuni parlamentari hanno riferito di voci raccolte dalla Rete: su eMule sarebbero state caricate migliaia di certificazioni verdi, gran parte delle quali autentiche e in corso di validità, che no-vax e no-pass possono falsificare e ridiffondere. Un danno enorme, è stato fatto notare, non soltanto per le persone cui appartengono i green pass “rubati” ma anche per la tenuta dell’intero sistema di monitoraggio.
«Considerata la gravità e la pericolosità di questa illecita diffusione di dati personali particolarmente delicati» conferma in una nota il Garante per la protezione dei dati personali «è stata avviata d’urgenza un’indagine per accertare le modalità con le quali questi dati siano finiti in rete ed è stato dato mandato al Nucleo speciale Tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza di acquisire gli archivi on line e accertarne la provenienza».