Per valutare calendari e percorsi differenziati con cui le singole regioni potranno uscire dalle restrizioni e approdare alla cosiddetta fase 2, può essere utile adottare una carta di valutazione che in ogni area misuri settimanalmente prevalenza dei casi e incremento percentuale. E’ la proposta proveniente dalla Fondazione Gimbe (Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze), che in un’analisi pubblicata ieri sul Sole 24 Ore ripartisce ogni regione su un grafico a quattro colori in base a epidemiologia ed evoluzione del contagio.
«Considerato che per rallentare la diffusione del virus va ridotta in maniera costante la crescita dei casi» spiega il presdiente della Fondazione, Nino cartabellotta «quella che scatta il grafico è una fotografia per niente rassicurante: gli incrementi percentuali negli ultimi sette giorni sono ancora molto alti ovunque, fatta eccezione per l’Umbria».
Il tracciato, in particolare, è composto da quattro quadranti di altrettanti colori (verde, arancione, rosso e giallo), che indicano i diversi livelli di rischio generati dall’interazione tra prevalenza (numero dei casi ogni 100mila abitanti) ed evoluzione dell’epidemia (incremento % dei casi). Le Regioni del Nord si collocano quasi tutte nel quadrante rosso (alta prevalenza e alto incremento dei casi) e giallo (alta prevalenza ma incremento in riduzione), con tassi di crescita superiori al 12,2% in Lombardia ed Emilia-Romagna e al 26% in Piemonte; le Regioni del Centro si piazzano quasi tutte nel quadrante arancione (prevalenza bassa ma incremento elevato), con tassi dal 2,2% dell’Umbria al 18,8% del Lazio; le Regioni del Sud e Isole, infine, si collocano nel quadrante verde con la sola eccezione della Puglia (incremento +18,1%).
Interessante anche il grafico relativo alle province lombarde: Milano si piazza nel riquadro arancione per un tasso di incremento dei casi poco sopra il 15%, come Sondrio che però evidenzia un incremento dei casi attorno al 33%. Cremona e Mantova si collocano invece nel quadrante rosso – nonostante tassi di prevalenza vicini a quelli di Milano – per l’elevata prevalenza dei casi. «I criteri con cui il Governo ridisegnerà la mappa dell’Italia per l’avvio e il monitoraggio della “fase 2” non sono ancora noti» conclude Cartabellotta «il modello proposto permette di applicare la stessa unità di misura a livello nazionale, regionale e provinciale, al fine di consentire una “personalizzazione” degli interventi di allentamento ed evitare improprie fughe in avanti che rischiano di danneggiare la salute pubblica».