I dati raccolti dalle farmacie con le carte fedeltà potrebbero aiutare i sistemi sanitari nella prevenzione o nella diagnosi precoce delle patologie oncologiche. È quanto rivela uno studio condotto in Inghilterra da un team di ricercatori dell’Imperial College di Londra, che attraverso le fidelity card ha monitorato gli acquisti di farmaci sop antigastrite per individuare casi precoci di tumore delle ovaie.
Dà notizia della ricerca un articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica: la patologia, purtroppo, viene diagnosticata nella maggior parte dei casi quando è già allo stadio avanzato, dunque ogni metodologia che riesce a intercettare in anticipo la malattia è preziosissima. Lo studio dell’Imperial College, ha dimostrato che il consumo di antidolorifici e antiacidi è maggiori nelle donne che poi sviluppano un tumore all’ovaio. In media, il ricorso a tali sop aumenta otto mesi prima della diagnosi.
«Il carcinoma ovarico non dà segni premonitori se è confinato all’organo di partenza e quando si sviluppano i sintomi è in realtà già diffuso all’addome e al peritoneo”,» spiega a Repubblica Nicoletta Colombo, direttrice di Ginecologica oncologica medica all’Istituto europeo di oncologia «le cellule da cui parte sono nella maggioranza dei casi situate nelle tube e da lì arrivano all’ovaio e oltre. In ogni caso, anche poter anticipare di qualche mese la diagnosi sarebbe un risultato importante e aumenterebbe le possibilità di ricorrere alla chirurgia e migliorare la prognosi».
Quanto ai sintomi, i più comuni sono «gonfiore, meteorismo, stipsi o diarrea, dolore addominale, stimolo a urinare spesso, che possono essere sottovalutati. Ma se appaiono tutti insieme in maniera inaspettata e non passano nonostante i medicinali sintomatici, è opportuno cercare di capire se sottendono a una situazione più grave».
Le carte fedeltà delle farmacie registrano gli acquisti e dunque si potrebbero utilizzare i loro dati per inviare un alert alle pazienti che fanno registrare consumi improvvisi e prolungati di antidolorifici. C’è però il problema della privacy e il quotidiano si è rivolto a Ginevra Cerrina Feroni, vicepresidente dell’Autorità garante, per un parere sul tema.
L’accesso ai dati degli acquisti, ricorda la dirigente, è consentito soltanto quando il cliente firma il consenso alla profilazione, che nei contratti per le carte fedeltà segue adesione al programma e assenso a ricevere promozioni. «L’informativa per il trattamento dei dati deve essere mostrata prima del rilascio dei consensi e avere tutti gli elementi obbligatori previsti dal legislatore. In più dev’essere trasparente e agevolmente fruibile, anche grazie a disegni, audio o video». Ogni eventuale utilizzo dei dati «è legittimo se – oltre ad un consenso libero, specifico, espresso in modo inequivoco – è descritto in modo chiaro e trasparente nell’informativa che deve sempre precedere la richiesta ed acquisizione dei consensi alle varie attività di trattamento».