Desta «perplessità» la disposizione del ddl Semplificazioni (in attesa di conversione da parte delle camere) che delega alle farmacie la scelta e revoca del medico di famiglia, perché apre un potenziale «conflitto d’interessi» tra le due professioni. L’allarme arriva dallo Smi, terza sigla sindacale (per rappresentanza) della medicina generale, che in una nota riserva comunque commenti positivi sul disegno di legge recentemente approvato dal Consiglio dei ministri.
Per esempio, trovano accoglienza favorevole le misure sulle certificazioni di malattia. «Il ddl consente l’uso della telemedicina per la constatazione dei dati clinici» spiega il segretario generale dello Smi, Pina Onotri «una misura che giudichiamo in modo positivo perché riteniamo utile a diminuire il peso burocratico che grava sul lavoro dei medici. Del resto la televisita costituisce, pienamente, quel diretto contatto tra il medico e il paziente e permette la verifica diretta da parte del medico. Adesso auspichiamo che si concretizzi presto l’accordo nella Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni, che dovrà definire i casi e le modalità di ricorso alla telecertificazione».
Pollice verso, invece, per la disposizione che autorizza il servizio di scelta e revoca del medico curante nelle farmacie del territorio, già operativo in Lombardia dal 2022: in questo modo, osserva Onotri, viene instaurato «un rapporto tra chi vende farmaci e chi, in pratica, li prescrive».