Esordio tutt’altro che brillante per la proposta di legge Sileri per il riordino della distribuzione del farmaco: presentato agli Stati Generali di Federfarma della settimana scorsa come il punto mediano sul quale dovrebbero convergere le istanze dei titolari di farmacia da una parte e dei titolari di parafarmacia dall’altra, il ddl è riuscito al momento a unire la categoria soltanto nelle critiche. Contro il testo, infatti, si sono subito schierate le principali sigle dei farmacisti di vicinato (Fnpi, Mnlf, Lpi, FederFaDis e Unaftisp), mentre sui social sono fioccate le proteste dei farmacisti titolari.
A non piacere ai titolari di farmacia, in particolare, è la proposta di indire subito a ruota del concorso straordinario un nuovo concorso, riservato ai farmacisti di parafarmacia, ai farmacisti rurali, ai titolari di farmacia soprannumeraria e ai non titolari, nel quale mettere in palio nuove farmacie da istituire negli aeroporti, nei porti e nelle grandi stazioni ferroviarie a elevato traffico (da cui un ulteriore abbassamento del quorum dei 3.300 abitanti per sede). Alle parafarmacie, invece, è sgradito quel passaggio del provvedimento che limita la dispensazione al pubblico dei farmaci senza ricetta a una lista positiva redatta e aggiornata dall’Aifa e rimuove la presenza obbligatoria del farmacista negli esercizi autorizzati.
Tra le altre disposizioni del ddl, infine, c’è anche la proposta di allargare le opportunità occupazionali della professione prevedendo la presenza del farmacista in ogni contesto in cui vengono somministrati i farmaci. Una vistosa contraddizione rispetto al passaggio in cui invece si abolisce l’obbligo del farmacista negli esercizi che vendono farmaci senza ricetta.