Rispunta sui banchi della commissione Affari sociali della Camera l’emendamento Trizzino che limita al 49% la partecipazione dei soci di capitale alla titolarità delle farmacie. La proposta di modifica, che aveva già cercato di trovare posto nella Legge di Bilancio ma era stata stralciata per incompatibilità, figura nell’elenco degli emendamenti al cosiddetto decreto Calabria, che ha cominciato da Montecitorio l’iter di conversione in legge. Due in tutto i commi dell’emendamento, numerato 13.03, che ripropongono le stesse disposizioni ventilate nei precedenti tentativi: nelle società che detengono la proprietà di farmacie, «almeno il 51% del capitale sociale e dei diritti di voto devono essere di farmacisti iscritti all’albo. Il venir meno di tale condizione costituisce causa di scioglimento della società, salvo che non si sia provveduto a ristabilire la prevalenza dei soci farmacisti professionisti nel termine perentorio di sei mesi». Le società già costituite alla data di entrata in vigore della legge di conversione, recita il secondo comma, «sono tenute ad adeguarsi entro 36 mesi» (non è previsto in alternativa il pagamento di una sanzione, come disponeva invece la proposta di legge Trizzino depositata alla Camera ai primi di aprile).
Dal pacchetto degli emendamenti al decreto Calabria spicca però anche una seconda proposta di modifica alla Legge 124/2017 sulla concorrenza: si tratta dell’emendamento 13.02 (primo firmatario Provenza, M5S, tra gli altri promotori di nuovo il pentastellato Trizzino) che abbassa al 5% il numero massimo di farmacie controllabili dalla stessa catena e introduce una seconda soglia, del 10%, a livello nazionale. Le sanzioni, specifica la proposta di modifica al comma 2, ammontano a 100mila euro per ogni farmacia eccedente la quota.
Da segnalare, infine, altri tre emendamenti (sempre all’articolo 13 del decreto Calabria) di stretto interesse per le farmacie: si tratta della proposta 13.01 (primo firmatario Magi, gruppo misto), che consentirebbe di autorizzare le farmacie convenzionate e ospedaliere a importare, trasformare e distribuire «ulteriori quote di cannabis»; dell’emendamento 13.04 (primo firmatario Mandelli, Fi) che ripropone l’abrogazione del divieto ex 1265/34 all’esercizio cumulato delle lauree in farmacia; infine della proposta 13.05 (sempre Mandelli) che nei comuni sotto i 5mila abitanti obbligherebbe Regioni e Province a far passare dalle farmacie i farmaci della diretta, nelle modalità e con le tariffe della dpc. La Regione Calabria ha già annunciato di voler impugnare il decreto del Governo davanti alla Corte costituzionale.