Le farmacie appuntino la scadenza sul calendario perché potrebbe diventare il prossimo tormentone fiscal-burocratico dopo quello dei registratori telematici per l’invio digitale dei corrispettivi. Il Senato, infatti, ha approvato ieri in via definitiva la conversione in legge del Decreto fiscale, il provvedimento collegato alla Legge di Bilancio per il 2020. Viene così confermato, all’articolo 16, il rinvio di un altro anno della disposizione che obbliga farmacie, medici e altri operatori della sanità alla fatturazione elettronica dei prodotti o servizi portati in detrazione dal contribuente.
Ma soprattutto, resta confermata – sempre allo stesso articolo – la norma che dal prossimo 1° luglio impone alle farmacie di trasmettere i corrispettivi per via telematica «esclusivamente mediante la trasmissione dei dati giornalieri al Sistema tessera sanitaria». In apparenza la disposizione sembra una quisquilia, in realtà obbligherà i farmacisti titolari che già si sono dotati di registratore telematico e quelli che stanno per farlo (dal primo gennaio scatta l’obbligo anche per le farmacie con fatturato sotto i 400mila euro) a costosi interventi sulle macchine.
Attualmente, infatti, tutti i registratori in commercio e quelli sulle linee di produzione sono programmati per inviare all’Agenzia delle Entrate, secondo quanto contemplato dal d.lgs 127/2015. Il nuovo obbligo imporrà quindi un aggiornamento degli apparecchi con installazione di un nuovo firmware, un’operazione che non si potrà effettuare in remoto ma obbligherà i tecnici delle aziende produttrici a lavorare direttamente sui registratori in farmacia. E non sarà cosa di minuti: prima occorrerà “defiscalizzare” la macchina, quindi effettuare l’aggiornamento e infine “rifiscalizzarla”.
I produttori hanno avviato valutazioni approfondite su entità degli interventi e costi (per le farmacie), ma al momento ancora non trapelano cifre. E’ invece acclarato che dall’obbligo di un aggiornamento non si salveranno neanche le farmacie che ancora devono ricevere il loro registratore telematico: le impostazioni relative all’invio, infatti, vengono applicate alle macchine sulle linee di produzione e dunque servirà qualche mese perché le aziende comincino a mettere in commercio modelli già programmati per tramettere alla Sogei. All’orizzonte, così, si profila un nuovo tormentone come quello già vissuto quest’estate con l’entrata in vigore dell’invio telematico dei corrispettivi per gli esercizi sopra i 400mila euro, con richieste di rinvio presentate alla vigilia e soluzioni di compromesso adottate sul filo di lana.